Alberto Gazzabin, arrestato per la rapina all'ufficio postale della Guizza, non risponde durante l'interrogatorio

Il 55enne sospettato di essere l'autore dell'assalto del 15 novembre in piazzale Cuoco si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice

mercoledì 2 aprile 2025 di Marco Aldighieri
Alberto Gazzabin, arrestato per la rapina all'ufficio postale della Guizza, non risponde durante l'interrogatorio

PADOVA - Il 55enne Alberto Gazzabin, accusato dell'assalto all'ufficio postale "Padova 16" di piazzale Cuoco, davanti al gip Claudio Marassi per l'interrogatorio di garanzia, affiancato dalla sua legale Annamaria Marin, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il padovano, criminale di spessore con alle spalle già condanne per rapine e colpi ai bancomat, è stato accusato dal pubblico ministero Benedetto Roberti, titolare delle indagini, dei reati di rapina aggravata, riciclaggio, ricettazione e furto.

Le accuse

Gazzabin, secondo l'accusa, avrebbe messo in scena l'assalto alle poste della Guizza il 15 novembre scorso alle 12.15. A dare l'allarme sono stati alcuni dipendenti dell'ufficio che, spaventati, si sono chiusi in una stanza dopo che un'auto rubata alcuni minuti prima in via Testi era stata usata come ariete, sempre per l'accusa dal 55enne, per sfondare la vetrata dell'ufficio postale in pieno giorno.

Il bottino però è stato misero, solo 250 euro da una cassa del front office e il portafoglio di una dipendente. La cassaforte, se pur colpita dal bandito, non si è aperta.

Il rapinatore, acciuffati quei pochi soldi, si è dileguato salendo su una moto di grossa cilindrata, che nel corso delle indagini da parte degli uomini della Squadra mobile si è rilevata un dettaglio fondamentale per poterlo incastrare. Così come è stata decisiva la descrizione fatta dai dipendenti dell'ufficio che parlavano di un uomo non giovane, magro, alto circa un metro e 75 centimetri, con addosso abiti scuri e un casco integrale. La svolta però è arrivata con l'analisi delle telecamere interne all'ufficio di piazzale Cuoco e con quelle della videosorveglianza comunale.
Se le prime permettevano agli investigatori di fissare nella mente il giubbotto e le scarpe particolari indossate dal rapinatore, le seconde facevano sì che venisse ricostruito il percorso lungo il quale si è allontanata la moto portando gli inquirenti fino al parcheggio sotterraneo del centro commerciale "Il Borgo", nel quartiere della Mandria. Analizzando la targa della due ruote, è emerso che si trattava di una moto rubata in una casa il 18 ottobre 2024, alla quale era stata contraffatta la targa.

Il resto è stato ricostruito con le comparazioni antropometriche tra le immagini riprese dalle varie telecamere analizzate e la banca dati della polizia: è stata riscontrata infatti una forte somiglianza nella corporatura e nelle movenze del rapinatore con un padovano già noto per rapine. Una serie di perquisizioni a dicembre hanno poi chiuso il cerchio attorno al 55enne. Quella mattina del 15 di novembre Alberto Gazzabin, in sella al suo scooter Kymco con targa contraffatta, è arrivato al luogo di scambio per prendere la moto con cui ha raggiunto piazzale Cuoco. Qui, a caso, ha rubato un'auto di proprietà di un ex vigile urbano e l'ha usata come un ariete contro l'ufficio postale.
 

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