«Stai a casa, che sei in pensione ormai». Mauro Pavera però scuoteva la testa e continuava a preparare il camion per l'ennesima partenza notturna. La zia Carmensita glielo ripeteva ogni volta che lo vedeva caricare le cassette di frutta: «Se vai avanti a lavorare così tanto, farai la fine di mio marito, che è morto senza mai essersi goduto la vita».
«SCHIVO E INTROVERSO»
Parole che oggi riecheggiano con amarezza in via Mameli ad Arteselle, dove il 64enne fruttivendolo viveva a pochi passi dalla zia, in quella frazione di Solesino che era sempre stata il suo mondo. Un incidente sull'autostrada A13 ha spezzato sabato notte la vita di un uomo che del lavoro aveva fatto la propria ragione d'essere, trasformando in tragedia quella che era semplicemente l'ennesima alba di un commerciante che partiva per portare ai suoi clienti frutta e verdura di primissima scelta. «Lo zio era un uomo per le sue, schivo di carattere - lo ricorda il nipote Pierpaolo Ferro -. Dava confidenza solo a persone fidate e per il resto era introverso». Ma dietro quella riservatezza si nascondeva una dedizione totale al mestiere ereditato dal padre Vittorino e prima ancora dal nonno.
GENERAZIONI DI AMBULANTI
Tre generazioni di fruttivendoli, con Mauro che aveva raccolto il testimone trasformandolo in un'arte fatta di selezione maniacale e rapporti personali. Non era un commerciante da mercati rionali: partiva nel cuore della notte per raggiungere il magazzino, dove sceglieva personalmente ogni singolo prodotto destinato ai clienti di Padova, Vicenza e altri centri città. Una vendita porta a porta basata sulla fiducia costruita in decenni di lavoro. «Io ho sempre avuto la fortuna di mangiare quelli che erano gli "avanzi” della sua attività», sorride amaro Pierpaolo. Un dettaglio che svela l'approccio di Mauro al commercio: non aveva praticamente nulla nella cella frigo di casa, preferendo acquistare merce fresca ogni santo giorno.
SVEGLIA ALLE 3
La sorella Mariangela, che lo aiutava quotidianamente nella gestione della casa e dell'attività, conosceva bene quella routine che iniziava quando il resto del mondo ancora dormiva. «Nonostante fosse in pensione da qualche anno, amava il suo lavoro tanto che ha continuato ad esercitarlo», raccontano i familiari, ancora increduli per quanto accaduto. Solo qualche settimana fa, in un incontro casuale al Kent pub di Monselice, Mauro aveva confidato al nipote: «Mollerò l'attività a fine anno. La sera ho sempre più sonno». Un proposito che non avrà mai modo di realizzare. La notizia della tragedia ha raggiunto i familiari in modo surreale.
APPRESA DALLA RADIO
Pierpaolo ascoltava le informazioni sul traffico quando ha sentito parlare della chiusura dell'autostrada. Solo verso le 11.30 di ieri la polizia stradale di Padova si è presentata cercando il genero di Mauro per comunicare ufficialmente la disgrazia. Domani mattina la famiglia è stata convocata per il riconoscimento della salma, un momento che i parenti vivono già cono dolore. «Era conosciuto e apprezzato dai clienti - sottolinea Pierpaolo -. Non si vantava, non si faceva pubblicità». La sua reputazione si fondava esclusivamente sulla qualità del servizio e dei prodotti. Il vicinato è sgomento: il dirimpettaio, i cui figli sono anch'essi fruttivendoli, aveva ottimi rapporti con Mauro. Un dolore condiviso per la perdita di «una brava persona, un grande lavoratore», come lo definiscono tutti. Mauro lascia il figlio Nicola, trentadue anni, laureato e impiegato in un'azienda milanese di marketing e comunicazione digitale. Una scelta professionale diversa da quella paterna, che Mauro aveva rispettato senza mai imporre la continuità dell'attività di famiglia. «A nome mio e dell'amministrazione comunale esprimo il più sentito cordoglio per la perdita di Mauro - dichiara il sindaco Elvy Bentani -. Siamo vicini a tutti i familiari in questo momento di dolore». G.B. ©