Shaban, l'albanese espulso: «Mi sento un perseguitato e non ho colpe»

Sabato 5 Gennaio 2019 di Marco Aldighieri
Shaban, l'albanese espulso: «Mi sento un perseguitato e non ho colpe»
Il 20 dicembre è stato espulso da Padova e dall'Italia perchè considerato socialmente pericoloso. Un sospetto terrorista, radicalizzato, antisemita e antioccidentale. Su Fb, Shaban Caca, 33 anni, albanese, per l'accusa condannava i cristiani pronti a festeggiare il Natale. E se la prendeva anche con gli ebrei. Sul suo profilo c'era una vignetta con la caricatura di Hitler che diceva: «Se ne ho lasciato vivo qualcuno è perché così un giorno capiranno perché ne ho uccisi così tanti».
Il musulmano è stato anche accusato di avere indottrinato un connazionale richiedente asilo. Ora si trova, insieme alla moglie  albanese e ai 4 figli, a Kavaje, pochi km da Tirana. Difeso dall'avv. Fabio Targa, l'albanese vuole presentare ricorso al Tar contro la decisione presa dal giudice di Pace. 
Come si sente da quanto è stato espulso dall'Italia?
«Mi hanno infangato e mi hanno creato un mucchio di problemi. Non c'entro nulla con tutto questo. Non ho postato niente contro gli ebrei e i cattolici. Non amo la violenza e poi mia moglie è di padre cattolico e di mamma ortodossa. Ho festeggiato il Natale e il Capodanno sotto l'albero con le palline colorate».
Come musulmano si sente perseguitato?
«Fino al dicembre del 2018 non mi sono mai sentito perseguitato per la mia religione, dopo quel giorno tutto è cambiato».
A Padova frequentava la moschea?
«Sì andavo in moschea per la preghiera. Frequentavo un po' tutte le moschee della città in particolare quella della Stanga».
Secondo lei qualcuno ha voluto incastrarla?
«Non saprei cosa rispondere, non ho alcun nemico o persona che mi voglia fare del male. Non sono odiato da nessuno»
Ma le accuse mosse a suo carico sono dettagliate. Come lo spiega?
«L'unica volta che ho avuto a che fare con le forze dell'ordine è stato il 7 gennaio 2013. Ero in viaggio con la mia famiglia verso l'Albania, quando in un autogrill ho trovato il portafogli di un italiano. All'interno c'erano 545 euro e carte di credito. Ho chiamato la polizia e ho consegnato il portafogli con tutto quello che c'era dentro. Gli agenti hanno messo a verbalea. Negli archivi della polizia c'è ancora».
Lei è accusato anche di avere indottrinato un connazionale?
«È un mio amico che mi ha trovato un posto di lavoro nella sua azienda. Mi dispiace molto che adesso sia a Brindisi».
Che cosa spera adesso?
«Spero nella giustizia e spero di poter rientrare in Italia. Io amo gli italiani e la loro terra. Per tre anni ho frequentato il liceo italo-albanese a Tirana e ho studiato i grandi classici italiani come Manzoni, Dante, Pirandello, Svevo e Machiavelli. Non mi piace l'Isis e ho sempre condannato ogni forma di violenza e tutti gli attentati».
Eppure è stato espulso perchè sospettato di terrorismo. Come si difende?
«Quella vignetta su Hitler era del 2014 e sinceramente non mi ricordo bene, ma comunque non ho fatto nulla e odio la violenza. Sto vivendo momenti di grande stress e sono deluso dallo Stato italiano che sta sbagliando di grosso sulla mia persona. Qui ci sono due famiglie per bene, una musulmana e una cristiana, che ancora non hanno asciugato le lacrime».
 
Ultimo aggiornamento: 13:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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