Padova. Vittima di una rapina, viene convocato in questura ma non sporge denuncia

La mamma del giovane ha raccontato la vicenda su Facebook ma al 113 non è mai arrivata la telefonata

Giovedì 24 Agosto 2023 di Marco Aldighieri
Rapinato, non denuncia

PADOVA - Lo studente di 20 anni, presunta vittima di una rapina consumata in piazzale Santa Croce la sera di domenica, nel pomeriggio di ieri si è presentato in questura, dove era stato convocato dalla Squadra mobile per fare chiarezza sulla vicenda. Alla fine non ha però voluto sporgere denuncia. Fin dall'inizio il ragazzo, come ha ricordato la mamma Paola Costa sia nel suo profilo Facebook e sia nell'intervista rilasciata al Gazzettino, aveva espresso la volontà di non segnalare alle autorità competenti i tre piccoli banditi. «Dove lo hanno aggredito non ci sono telecamere - ha dichiarato la madre -. Quindi sanno anche dove posizionarsi. Adesso chi indaga sta guardando anche le telecamere installate su Prato della Valle, perché si sarebbero diretti da quella parte intorno alla mezzanotte». Intanto da una prima indagine la sera del 20 agosto alla centrale operativa della questura, non sarebbe giunta nessuna telefonata di aiuto. «La coppia che ha soccorso Lorenzo ha poi chiamato il 113» ha raccontato Costa, ma in realtà al momento non risulta nessuna chiamata.

I fatti

La madre ha ricostruito con il figlio quanto sarebbe accaduto domenica sera in piazzale Santa Croce. «Lorenzo in sella alla sua bicicletta stava raggiungendo gli amici alla Guizza, quando da una stradina secondaria è uscito all'improvviso il gruppetto di ragazzini. Li ha descritti come minorenni: due di colore e un bianco» ha ricordato la donna. Il ventenne è stato disarcionato dalla bici e uno dei tre ha estratto da una tasca un coltello. Lo ha puntato alla gola di Lorenzo e la banda gli ha intimato di consegnare soldi, cellulare e sigarette. «Mio figlio è stato molto bravo a mantenere la calma - ha sottolineato la mamma - non ha reagito. Gli ha detto di non avere denaro con sé». Quando è arrivata l'auto con a bordo la coppia di fidanzati, i tre della baby gang sono scappati portandosi via le sigarette dello studente.

L'ex assessore

Sulla vicenda è intervenuto l'ex assessore alla Sicurezza della Provincia, Sebastiano Arcoraci. «La "pericolosità sociale" di tali elementi va contrastata nascere - ha dichiarato Arcoraci - attraverso le denunce, anche di singoli episodi, presso le forze dell'ordine. Invito dunque le vittime ad esercitare il proprio diritto di denuncia verso questi atti criminali poiché non farlo equivarrebbe a garantire ai piccoli criminali una assoluta impunità, e che, forti di questo, potranno continuare a spadroneggiare in Città e a farsi beffa delle vittime. Solo così, potremo, anche esser d'aiuto al grande lavoro che già le forze dell'ordine a Padova stanno mettendo in campo per debellare e stroncare tale fenomeno». Quindi l'ex assessore alla Sicurezza della Provincia ha analizzato il fenomeno delle baby gang: «È fra gli adolescenti italiani che, come negli Usa o in Francia, si sta consolidando tale aspetto». Tuttavia la questura fa sapere che a Padova non si è registrata alcuna presenza di baby gang, quanto piuttosto quella di gruppi di bulli. 

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