Padova. In coma dopo il pugno, ha rischiato di morire: ora l'aggressore rischia il processo

Venerdì 2 Dicembre 2022 di Luca Ingegneri
Piazzale San Giovanni, qui la vittima è stata picchiata ed è finita in coma

PADOVA - Poteva finire in tragedia la scazzottata avvenuta la notte tra il 14 e il 15 ottobre dell'anno scorso, davanti al St John's Pub di piazzale San Giovanni. Il 38enne padovano, pr di discoteche e locali, finito all'ospedale in coma profondo ha rischiato di morire. È quanto emerge dalle carte dell'inchiesta conclusa nei giorni scorsi dal pubblico ministero Marco Brusegan. La vittima, difesa dall'avvocato Massimo Malipiero, era giunta al pronto soccorso in condizioni disperate, ovvero al livello 3 della scala Glasgow. Un coma profondo, con completa perdita di coscienza. Due giorni dopo il ricovero il 38enne era stato colpito da un'embolia polmonare e tenuto in vita grazie ad una terapia farmacologica. Soltanto il successivo 3 novembre era tornato a respirare autonomamente. Le dimissioni erano sopraggiunte soltanto il 7 dicembre. La perizia medico legale affidata al dottor Antonello Cirnelli nelle forme dell'incidente probatorio ha stabilito che l'uomo può considerarsi un vero e proprio miracolato.

Incredibilmente non ha riportato traumi permanenti.

Lesioni plurime aggravate da una prognosi superiore ai quaranta giorni: questa l'accusa formulata nell'avviso di conclusione indagini a carico di Andrea Marcolongo, 30 anni, residente in città. Avrebbe sferrato al 38enne il poderoso pugno che l'ha fatto crollare a terra, privo di sensi, dopo aver battuto il capo sull'asfalto. L'imputato, difeso dall'avvocato Riccardo Mannara, rischia una pena dai 3 ai 7 anni di reclusione. L'indagine si era risolta rapidamente grazie alle testimonianze di alcuni avventori del locale. Una prova determinante, considerando l'assenza di telecamere della videosorveglianza in piazzale San Giovanni. Gli agenti della Squadra mobile avevano rintracciato Marcolongo il giorno dopo a casa di un amico presso il quale era domiciliato, in via Tirana. Al momento dell'interrogatorio si era però avvalso della facoltà di non rispondere. I motivi della lite non sono mai stati chiariti. I due si conoscevano di vista ma non si frequentavano. Nè l'imputato né la vittima hanno mai voluto raccontare agli investigatori quale molla abbia fatto scattare l'aggressione all'esterno del St John's Pub. Il trentenne avrebbe già manifestato, attraverso il suo legale, l'indisponibilità a chiudere la vicenda con un patteggiamento. É probabile che scelga la strada del contraddittorio in aula. 

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