Padova. Esplosione alle Acciaierie Venete, c'era acqua sul pavimento: indagato il direttore dello stabilimento

Le pozzanghere a terra a contatto con la materia fusa hanno causato lo scoppio

Domenica 29 Ottobre 2023 di Marco Aldighieri
Acciaierie Venete

PADOVA - La potente esplosione nella sede delle Acciaierie Venete di Padova, con tre operai feriti di cui uno in gravi condizioni, ha portato la Procura ad aprire un’indagine. E nel registro degli indagati è finito Christian Frelich, l’ingegnere direttore e responsabile dello stabilimento di riviera Francia in zona industriale. Al momento è accusato di lesioni colpose aggravate dalla violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro. Gli inquirenti, nelle prossime ore, dovranno capire perché una lingua di acciaio fuso è caduta da una vasca di raccoglimento e perché a terra era presente una importante quantità d’acqua, quando invece in quella zona del capannone il pavimento deve essere perfettamente asciutto. Sarebbe stata infatti la reazione caldo-freddo a trasformare l’area di lavorazione e fusione dell’acciaio in una bomba. Cinque anni fa, in quello stesso capannone, quattro operai furono investiti da circa 90 tonnellate di acciaio fuso a 1.600 gradi. Due di loro, Sergiu Todita e Marian Bratu, morirono dopo mesi di agonia. L’incidente sul lavoro di venerdì all’ora di pranzo è avvenuto a un centinaio di metri dal punto della tragedia del 13 maggio del 2018.

Le indagini sull'esplosione

La deflagrazione è stata talmente violenta da distruggere parte del tetto dello stabilimento. Quando sono intervenuti i primi soccorsi, ai vigili del fuoco e al personale medico è apparsa davanti agli occhi una scena apocalittica: in tutta l’area di lavoro erano presenti pezzi di materiale incandescente, strutture di metallo divelte e una finissima polvere bianca. Gli inquirenti adesso dovranno capire per quale motivo dell’acciaio fuso è fuoriuscito da una vasca di contenimento. Secondo una prima ricostruzione dei fatti il contenitore avrebbe oscillato, provocando così la pericolosa perdita. Ma soprattutto chi indaga dovrà appurare perché in quella area di lavoro era presente a terra una grande quantità d’acqua. L’ipotesi più accredita è quella di una infiltrazione sul tetto del capannone: le intense piogge dell’ultimo periodo avrebbero contribuito a formare ampie chiazze di acqua sul pavimento. E poi gli investigatori dovranno dare una spiegazione del perché questo secondo grave incidente si è registrato sempre nella stessa area dello stabilimento. Le telecamere della videosorveglianza, installate all’interno di Acciaierie Venete, non aiuteranno gli inquirenti a ricostruire la dinamica di quanto è accaduto. Gli occhi elettronici infatti non avrebbero immortalato il momento dell’esplosione. Così la Procura, nei prossimi giorni, nominerà un perito specializzato in sicurezza sui luoghi di lavoro per analizzare il capannone ancora sotto sequestro. L’esperto sarà affiancato dai tecnici dello Spisal e dagli ingegneri dei vigili del fuoco. Lo staff di inquirenti dovrà valutare se Acciaierie Venete ha rispettato o no le norme in materia di sicurezza sul lavoro. Intanto la polizia, nella giornata di ieri, ha sentito il racconto di alcuni operai al lavoro al momento della terribile deflagrazione.

La prossima settimana saranno ascoltati anche i due feriti lievi, l’italiano di 50 anni e il moldavo di 39 anni, già dimessi dal pronto soccorso dell’ospedale Sant’Antonio nel tardo pomeriggio di venerdì. Infine la Procura, per un ulteriore sviluppo delle indagini, sta aspettando la deposizione della relazione effettuata dagli agenti della polizia scientifica.

L'operaio resta in terapia intensiva

Restano invece molto gravi le condizioni del bosniaco di 49 anni, tuttora in terapia intensiva e seguito dall’equipe del reparto Grandi Ustionati dell’Azienda ospedaliera di Padova. L’operaio straniero, al momento in coma farmacologico, presenta ustioni sul 30 per cento del corpo. E questo è motivo di forte preoccupazione tra i medici. Inoltre, quando è stato investito dall’onda d’urto causata dall’esplosione ha battuto con forza il capo a terra. È possibile che nella giornata di lunedì i medici provino a risvegliarlo per accertare le sue reali condizioni, ma per ora resta in pericolo di vita. 

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Ultimo aggiornamento: 20:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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