Il calcio si ferma per le vittime del Vajont, un minuto di silenzio in serie A: «Mai più»

Lunedì 2 Ottobre 2023 di Federica Fant
Udinese e Genoa durante il minuto di silenzio allo stadio di Udine in memoria delle vittime del Vajont

UDINE - LONGARONE Anche il calcio ieri ha ricordato le vittime del Vajont allo stadio Friuli prima della partita Udinese-Genoa. A centrocampo si sono ritrovati due vecchi calciatori. Franco De Biasio, superstite della squadra che venne spezzato dalla tragedia del Vajont. E gli ex giocatori del Roncade-San Biagio (l’ultima compagine che affrontò il Longarone prima del 9 ottobre 1963), Franco Fattori e Raimondo Giuriato. Con loro anche l’arbitro di quella partita, Sergio Costeniero, mentre a centrocampo è stato srotolato uno striscione con la scritta “Vajont 1963. Per non dimenticare”. «È da due anni che siamo partiti con questa iniziativa con la Lega calcio - raccontano gli ex calciatori che dal 2017 hanno creato un gruppo per ricordare chi non c’è più -: abbiamo avuto la conferma ai primi di agosto. Si doveva individuare la partita dell’Udiense, perché allora il territorio della diga era provincia di Udine».

LA CERIMONIA Prima del match un minuto di silenzio chiuso da un applauso scrosciante dello stadio Friuli. Il calcio ha ricordato così le vittime del Vajont, con una toccante cerimonia prima della partita di serie A Udinese-Genoa. «Anche lo sport è strumento di memoria e di ricordo per un evento che ha segnato le vite di tutti, non solo della comunità di Longarone», le parole del sindaco Roberto Padrin, accompagnato a centrocampo dal consigliere della Fondazione Vajont Mario Zandomenego, dal presidente della Figc di Belluno Orazio Zanin, dal consigliere comunale di Erto e Casso Antonio De Filippo, e da Nicholas Manarin assessore di Vajont. «Sessant’anni fa si verificò una delle tragedie più grandi della storia moderna del nostro Paese, e anche la squadra di calcio del Longarone pagò il suo tributo di vittime. Vedere uno stadio di serie A che ricorda il Vajont è motivo di soddisfazione. Il messaggio che deve diventare patrimonio di tutti, sessant’anni dopo, è “mai più”».

LA LETTERA Franco De Biasio sopravvissuto del Longarone calcio, Franco Fattori del Roncade e Raimondo Giuriato del San Biagio di Callalta, ieri presenti allo stadio hanno scritto una lettera letta durante il minuto di raccoglimento: «Ero un giocatore del Longarone. La notte del 9 ottobre 1963 sette miei compagni di squadra persero la vita e con loro se ne è andato un pezzo del nostro cuore. Noi, compagni di squadra scampati a quella terribile tragedia oggi vogliamo ricordare assieme a tutti voi quelle persone e qui con me ci sono gli amici Franco Fattori e Raimondo Giuriato che giocarono l’ultima partita come avversari nelle squadre del Roncade e del San Biagio. Oggi sono qui come superstite con la consapevolezza che disastri del genere non dovranno più accadere, che lo sport coinvolga i giovani con comportamenti leali e rispettosi verso gli altri e l’ambiente».

GIORNATA DEL SUPERSTITE In mattinata a Longarone, per la Giornata del superstite, è stata intitolata una via a Gino Ferranti, vigile urbano di Longarone, originario di San Pietro in Casale, che perse la vita con la moglie e il figlio nella notte del 9 ottobre 1963. Il suo corpo non venne mai ritrovato, mentre le salme dei suoi famigliari vennero ritrovate a 40 chilometri da Longarone. Il suo nome sarà ricordato nella strada che dal municipio porta al piazzale Arduini-Polla. La breve cerimonia, a cui hanno partecipato anche l’amministrazione comunale di San Pietro in Casale (il sindaco Claudio Pezzoli e l’ex sindaco Roberto Brunelli) e il questore Giuseppe Maggese, è stata preceduta dalla messa celebrata al cimitero monumentale di Fortogna, accompagnato dal violino del maestro Carlos Garfias e dalla pianista Martina Campiotti, che hanno dato il la al Coro Ana di Roncade. Il gruppo di ex giocatori riuniti da Raimondo Giuriato hanno depositato sulle lapidi le maglie di due calciatori del Longarone scomparsi, i fratelli Piva. È dal 2018 che ogni anno a rotazione viene ricordato uno di quei ragazzi che scesero in campo prima del disastro. 

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