Lo storico capo del Soccorso alpino feltrino cede il testimone: «I miei anni tra le vette vicino a chi ha bisogno»

Sabato 10 Luglio 2021 di Eleonora Scarton
Marcello Broccon, storico capo del soccorso alpino di Feltre

FELTRE - La passione per la montagna e le arrampicate lo hanno portato ad avvicinarsi al mondo del Soccorso alpino. Un mondo fatto di amicizie e di voglia di aiutare chi è in difficoltà. Marcello Broccon, spinto da tutto ciò, è stato per anni vicepresidente prima e presidente poi della stazione del soccorso alpino di Feltre.

Ora esce da quella che definisce scherzosamente «la stanza dei bottoni» ma continuerà ad essere vicino al Soccorso alpino e a tutti i suoi uomini fino a quando «l’anagrafe mi aiuterà». 

Broccon cosa l’ha spinta ad entrare nel soccorso alpino e anche com’è cambiato in questi anni il loro lavoro?
«Come molti, sono una persona che ama la montagna, vado a camminare, arrampico e vado a sciare. Facendo queste attività si conoscono persone, tra cui membri del Soccorso alpino e da lì parte tutto». 

Che incarichi ha ricoperto? 
«Ho fatto cinque anni da vicepresidente e poi sei da presidente della stazione di Feltre. Sono quindi ormai diversi anni che faccio parte di questo mondo». 

Com’è cambiata negli anni questa realtà? 
«I cambiamenti sono stati tanti. La tecnologia ci ha aiutato nell’intervenire in modo più preciso e rapido. In primis l’arrivo dell’elicottero che ci ha permesso di intervenire in alcuni casi in maniera più tempestiva in caso di incidente. Ma anche tutto ciò che riguarda le altre attività, come la ricerca persone dove abbiamo avuto l’introduzione per esempio del gps, le fotografie digitali, ecc. Negli ultimi quindici anni quindi c’è stata un’evoluzione importante da questo punto di vista. A livello di interventi…. In questi sei anni in cui ho fatto da capostazione c’è stato un biennio dove c’è stato un picco di interventi. Un anno, non ricordo se il 2016 o il 2017, abbiamo fatto ben 54 interventi. Ora ci attestiamo su numeri che vanno dai 40 ai 50 interventi di soccorso nei dodici mesi. Ma sono tanti per una stazione come quella di Feltre; forse ciò deriva dall’estensione del territorio, che è maggiore rispetto ad altre realtà della delegazione». 

C’è un intervento che le è rimasto particolarmente impresso?
«Un po’ tutti a dire la verità. Dal caso più estremo alla banalità più estrema. Ciò che accomuna tutti gli interventi è l’aiutare le persone in difficoltà in luoghi ostili. Quello che ci tengo a sottolineare è che da questo contesto partono delle amicizie vere, che durano nel tempo. Una persona che sei andato a soccorrere diventa a volte un vero e proprio amico. In questi anni è cresciuta la conoscenza verso il mondo del Soccorso alpino. Questo è vero. Ma qui andiamo sulle sfere più alte. Credo che da quando è entrato Rufus il Soccorso alpino è stato più esposto mediaticamente, portando molte persone a conoscerci. Da un certo punto di vista è un bene perché vuol dire farci conoscere, avere persone che si avvicinano ed avere quel ricambio generazionale necessario per far si che il soccorso alpino possa andare avanti». 

Sono tanti gli anni che ha dedicato al soccorso alpino e il suo addio non poteva passare nell’ombra. Ecco quindi che l’intera Stazione ha recentemente organizzato una festa in suo onore all’aperto, in una Baita del Monte Roncon. Presenti anche il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin, che gli ha consegnato una pergamena a nome dell’amministrazione, su cui si legge “Per il qualificato e prezioso aiuto costantemente prestato alla nostra comunità in montagna e in occasione delle calamità naturali”, e il sindaco di Cesiomaggiore, Carlo Zanella, che gli ha donato un libro di montagna. In ricordo di questi anni intensi, dai suoi soccorritori Marcello ha ricevuto una targa d’argento. Il Soccorso alpino e speleologico Veneto si unisce ai ringraziamenti per la fondamentale presenza. Al suo posto, alla presidenza del soccorso alpino di Feltre, subentra Franco Casanova.

Ultimo aggiornamento: 11 Luglio, 10:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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