Test anche per i prof: pronti 4700 kit antivirus per il ritorno in cattedra

Lunedì 17 Agosto 2020 di Giovanni Santin
Il mondo della scuola pronto ad affrontare il nuovo anno all'insegna dell'emergenza sanitaria, pronti i kit tampone
A cominciare da lunedì prossimo 24 agosto e sino al 7 settembre il personale della scuola potrà sottoporsi al test sierologico rapido, su base volontaria, che consiste nell’analisi di una goccia di sangue prelevata tramite la puntura su un dito. Un test che sono chiamati a fare i medici di famiglia. Ma proprio oggi i sindacati avranno una riunione con l’Usl per verificare i termini dell’accordo. Attraverso questo test è possibile individuare le persone che sono entrate in contatto con il virus e hanno sviluppato anticorpi, anche in assenza di sintomi. Nel frattempo, in attesa che ai medici di famiglia vengano chiariti i termini, anche retributivi del loro servizio – che si configura come qualcosa di aggiuntivo rispetto al loro contratto – scuole ed Usl si stanno organizzando. L’Usl 1 Dolomiti ha già avuto un numero sufficiente di test per coprire il fabbisogno dell’intera provincia. «Dalla Regione Veneto ne sono arrivati 4.700 – conferma il dottor Giovanni Sava, dell’Ufficio Igiene – sono ancora qui, chiusi nei pacchi. E noi siamo in attesa che i singoli medici di famiglia ne facciano richiesta». Ma quest’ultimo passaggio sarà verificato proprio nel corso della riunione di oggi, nel confronto cioè fra sindacati dei medici e Usl. Nei giorni scorsi infatti i medici aderenti allo Snami Veneto hanno scritto al Direttore prevenzione sicurezza alimentare della Regione Veneto, comunicando che gli aderenti al sindacato «non parteciperanno allo screening per Covid-19 gratuitamente e contattando singolarmente i propri assistiti». In un’altra comunicazione lo stesso Snami invitava chi ha condiviso il provvedimento a spiegarlo ai propri iscritti in prima persona. Secondo quanto previsto dalla circolare ministeriale, fatta poi propria dalla Regione Veneto, toccherà infatti proprio ai medici di famiglia contattare gli insegnanti ed il personale Ata che figura fra i propri assisti e offrire loro la possibilità – infatti il test, come detto, è su base volontaria – se vi si vogliono sottoporre. Ed in questa direzione si sono mosse le diverse scuole ed i Dirigenti Scolastici dei singoli Istituti Scolastici, anche in provincia di Belluno. Che una prima volta martedì scorso ed una seconda la vigilia di Ferragosto, dopo che era arrivato un primo aggiornamento da parte della Regione, hanno provveduto ad informare il personale della scuola sulla procedura da seguire: insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Allo stato delle cose protagonisti saranno quindi i medici di famiglia. E a chi non lo avesse in provincia – ed è il caso di un supplente precario appena arrivato da lontano, cioè da fuori regione – sarà la stessa Usl ad indicarne uno di riferimento. Ma nelle scuole bellunesi è già tempo di riaprire.  In molti Istituti scolastici sarà questa la settimana in cui si riapriranno i battenti: in calendario ci sono infatti gli esami dei privatisti. Ed il protocollo da seguire è quello già osservato a giugno in occasione degli Esami di Stato: ingresso dei candidati con mascherina, sanificazione delle mani, firma dell’autocertificazione che attesti di non aver sintomi di Covid e di non essere entrati a contatto con persone malate. Tuttavia in questo caso, superate la prova ben più difficile di giugno, la situazione è sotto controllo anche perché la macchina è ormai rodata. L’altro argomento all’attenzione dei Dirigenti Scolastici è quello degli spazi. In questi giorni la Provincia comunicherà infatti in via definitiva quali sono le richieste arrivate dal territorio a cui sarà in grado di rispondere. Sperando che tutto vada davvero bene. 
Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 17:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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