Gli immigrati mandano in Patria quasi 11 milioni di euro, ma in provincia di Belluno il calo è continuo

Venerdì 13 Maggio 2022 di Pietro Alpago Novello
Immigrati in coda a un ufficio postale
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BELLUNO - L’Eldorado perduto. Nel 2021 oltre 7,7 miliardi di euro sono stati inviati ai paesi d’origine da lavoratori immigrati in Italia, una cifra imponente che si avvicina al record storico di 8 miliardi fatto registrare nel 2011. In questo trend positivo stona però il dato riguardante la provincia bellunese, i cui numeri sono aumentati in maniera nettamente inferiore al resto della regione negli ultimi 5 anni, facendo registrare in assoluto le rimesse più basse di tutto il Veneto.

Tra tutte le province delle 5 regioni che fanno registrare più rimesse (Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Veneto) solamente Rieti ha fatto registrare numeri più bassi di Belluno. Secondo i dati forniti dalla Fondazione Leone Moressa, la pandemia ha portato un calo delle rimesse solo nel secondo trimestre 2020 (e di appena 1.7% rispetto al 2019) mentre nel 2021 la ripresa economica ha determinato un aumento complessivo del +7,3% rispetto all’anno precedente. Un trend confermato in Italia, paese che anzi mantiene una media addirittura più alta ed è in costante crescita dal 2017. Le rimesse inviate da lavoratori immigrati verso i loro paesi d’origine nel 2021 registrano un +12,2% rispetto al 2020 e un +46,3% se consideriamo il 2016.

IL NODO DEL LAVORO
Perché dunque la provincia di Belluno fa registrare dati in controtendenza? La situazione non è nuova, ed è il risultato di un’emergenza già denunciata negli anni passati dalle imprese. Per anni la nostra provincia è stata terreno fertile per i lavoratori stranieri, una valle ricca di lavoro in cui le aziende potevano contare su un’abbondante mano d’opera per prosperare. Negli ultimi tempi però la situazione è cambiata. Sempre più industriali denunciano una fatica nel reperire lavoratori, problematica che si spiega anche leggendo questi dati in cui traspare chiaramente come i lavoratori stranieri preferiscano soprattutto la stabilirsi nella bassa. Nel 2021 la provincia di Belluno ha fatto registrare rimesse che ammontano ad un totale di 10,8 milioni di euro, mentre le confinanti province di Treviso e Vicenza arrivano rispettivamente a 96,5 e 115,3 milioni. Importante anche il dato che riguarda i Paesi che maggiormente beneficiano delle rimesse di lavoratori impegnati in territorio italiano. A livello nazionale il primo Paese di destinazione è il Bangladesh con 873 milioni di euro (11,3% del totale). Seguono Pakistan e Filippine. Calano invece i flussi verso l’Est Europa, in particolare Romania (-8,5%), Ucraina (-8,0%) e Moldavia (-7,3%). In questo caso è probabile che la riapertura delle frontiere abbia fatto ripartire i viaggi su strada degli immigrati, che spesso portano con sé regali o denaro per la famiglia. Durante il lockdown, invece, l’invio di denaro era rimasto l’unico strumento di sostegno.

COSA È CAMBIATO
Confrontando la distribuzione delle rimesse nel 2021 con quella di dieci anni fa infine, emerge un profondo cambiamento. Nel 2011 vi era una minore frammentazione, con il 70% delle rimesse concentrato verso soli 7 Paesi (e un terzo solo verso un Paese). Nel 2021, invece, i primi 7 Paesi raggiungono poco più del 50% delle rimesse, e nessun Paese supera il 12%. Gli importi inviati mensilmente in patria cambiano molto anche a seconda della cittadinanza. Osservando il rapporto tra rimesse e popolazione residente per ogni Paese, mediamente, ciascuno dei 5,2 milioni di residenti stranieri ha inviato 125 euro al mese in patria. Osservando le prime 20 comunità straniere presenti in Italia, i valori massimi si registrano tra i cittadini del Bangladesh (460 euro medi pro-capite). Il Senegal è il secondo Paese più attivo, con 370 euro al mese pro-capite. Generalmente, le comunità asiatiche sono mediamente molto attive: oltre al Bangladesh, anche India, Filippine e Pakistan inviano mediamente più di 200 euro al mese.

Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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