Pronto soccorso, medici in affitto, maxi gara per affidare all'esterno i turni

Sabato 3 Settembre 2022 di Davide Piol
Pronto soccorso, medici in affitto, maxi gara per affidare all'esterno i turni

BELLUNO - Qualcuno l'aveva paventato e ora, purtroppo, è arrivata la conferma: «Dopo il bando per l'esternalizzazione dell'Anestesia di Pieve di Cadore, ci troviamo costretti a indire un bando per l'acquisto di turni di medici di emergenza-urgenza, specialità in cui c'è una grave carenza di professionisti a livello nazionale».

A comunicare la grave situazione in cui sono costretti a lavorare i Pronto Soccorso della provincia è la direttrice generale dell'azienda sanitaria Maria Grazia Carraro. Il succo del discorso è sempre lo stesso: mancano medici. Così si cercano altrove. Ma la Cgil punta il dito: «È un servizio che si vuole dichiarare pubblico e che si sta privatizzando da solo».


IL BANDO
Nella delibera dell'Ulss Dolomiti si legge che è stata indetta una procedura di gara per la conclusione di un accordo quadro con più operatori volto all'affidamento del servizio medico di emergenza e urgenza al Pronto Soccorso dei Presidi Ospedalieri dell'Ulss Dolomiti Belluno, Feltre, Agordo e Pieve di Cadore. Il numero di professionisti in azienda, infatti, non consente la copertura di tutti i turni. Già ora infatti la grave carenza costringe a far ricorso ai cosiddetti medici gettonisti a Belluno. E proprio al San Martino il servizio che verrà appaltato è h24: come si legge in delibera verranno banditi con la gara 365 turni H12 diurni e 365 turni H12 notturni al Pronto Soccorso Ospedale di Belluno, 365 turni H12 notturni a Feltre (solo la notte), 365 turni H12 diurni ad Agordo, 365 turni H12 diurni e 365 turni H12 notturni a Pieve di Cadore. L'importo complessivo di gara, comprese le eventuali opzioni previste, è di circa 8 milioni e mezzo. I documenti della gara saranno pubblicati entro il 9 settembre, con termine dell'offerta entro il 30 settembre: l'assegnazione entro novembre, con l'avvio del servizio il primo gennaio 2023.


LA PRECISAZIONE
«Esternalizzare non vuol dire privatizzare spiega Carraro ed è oggi l'unica soluzione attualmente possibile per garantire le prestazioni in tutti i nostri ospedali, dopo che da anni si stanno tentando tutte le strade percorribili per reperire personale. L'alternativa sarebbe ridurre i servizi o le sedi, cosa che non è nei miei programmi».


I SINDACATI
La soluzione non è però piaciuta ai sindacati. «La distinzione che viene fatta tra esternalizzazione e privatizzazione io non la vedo più commenta Mauro De Carli, segretario generale Cgil - una volta imboccata la prima strada, dopo qualche anno si arriva alla seconda. Basti vedere cos'è accaduto coi punti di pronto intervento di Cortina e Auronzo». La notizia, per i sindacati, è «pessima» perché il rischio è di non riuscire a tornare più indietro. «Posso capire che in fase di difficoltà ci sia stata la scelta di esternalizzare alcuni servizi, magari non importanti come questo continua De Carli Ma adesso mi sembra che sia stata abbandonata la volontà di mantenere il servizio pubblico. E poi: le società che prenderanno questi appalti porteranno personale qualificato?». Per i sindacati, la colpa è di tutti: «Regione e direzioni locali accettano questa logica e non riescono a imporre una tenuta vera e propria quanto meno dei servizi davvero essenziali. Mi sembra di essere di fronte a scelte imperative senza coinvolgimento del territorio».


I MEDICI
Sulla questione è intervenuto anche il presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Belluno Stefano Capelli: «Oltre al gas e all'energia, nel prossimo inverno, avremo probabili picchi di polmoniti e broncopolmoniti: chiederemo ancora miracoli al personale sanitario? Questo testimonia, ahimè anche a livello locale, la criticità in risorse umane qualificate di profilo medico, in questo caso di specialisti in Urgenza-Emergenza». Una sofferenza, sottolinea Capelli, «divenuta oramai strutturale, interessando di fatto tutta la medicina specialistica ospedaliera e del territorio. Possono anche essere utilizzate pro tempore le cooperative, ma devono essere attivate azioni correttive di sistema, che portino in un tempo (di 3-5 anni) a riallineare l'offerta sanitaria alle necessità dei cittadini». «Non ci sarà un calo nella qualità dei servizi offerti conclude Carraro la governance e il controllo rimangono in capo all'Ulss e saranno molto attenti. Sono certa, inoltre, che la nostra rete professionale saprà integrare i professionisti esterni, perché oltre che con professionalità e competenza possano prendere in carico i nostri assistiti con umanità e cura, come siamo abituati ad offrire nelle nostre vallate».

 

Ultimo aggiornamento: 11:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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