In 10 anni 49 preti morti e il covid ha fatto strage: sempre meno forze in campo

Venerdì 3 Settembre 2021 di Giovanni Santin
In 10 anni 49 preti morti e il covid ha fatto strage: sempre meno forze in campo
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CATENA DI LUTTI
BELLUNO  - Negli ultimi dieci anni sono 49 i preti morti della diocesi di Belluno-Feltre – l’ultimo don Francesco Silvestri, scomparso il 29 agosto - e nello stesso periodo ci sono state 7 nuove ordinazioni.

Le forze in campo sono sempre meno: 135 sacerdoti, 27 dei quali in pensione, per 158 parrocchie. E l’elenco dei sacerdoti che negli ultimi anni la diocesi di Belluno-Feltre ha perso per eventi tragici od improvvisi è fatto di dodici nomi. 

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L’ANNEGAMENTO
Ad aprire il millennio era stato don Sergio Buzzatti. Nel luglio del 2002 era in vacanza nel mare di Puglia assieme ad altri due confratelli, fra cui don Francesco Soccol, anch’egli, più avanti, presente compare in questo elenco. Don Sergio, 79 anni di Sedico, non sapeva nuotare ed era entrato in acqua dove il mare era basso; ma probabilmente è finito in una buca trovandosi subito in difficoltà: a nulla erano valsi gli immediati aiuti dei due sacerdoti che erano con lui e degli altri bagnanti. 

MONTAGNA FATALE
Nel 2009 i soccorsi impiegarono tre giorni a ritrovare il corpo di don Claudio Sacco, allora parroco del Mas-Peron, in Comune di Sedico, che salì per un fuori pista notturno sul monte Pore. A tradirlo furono la passione per lo sci estremo, che a Cortina gli aveva meritato il soprannome di “don slavina”, e una valanga probabilmente provocata da lui stesso. Aveva 65 anni. Sette anni più tardi la montagna torna fatale per un altro sacerdote. Don Stefano Pontil, 46 anni, originario di Belluno, allora parroco di Voltago e di San Nicolò di Frassené Agordino. Nel giugno del 2016 era in escursione tra i boschi di Rivamonte con un gruppo di ragazzi delle comunità parrocchiali che seguiva: colto da malore a circa 1.500 metri di altitudine si accasciò al suolo. Inutili i soccorsi. 

IL DELITTO
La morte più tragica è senz’altro quella occorsa a don Francesco Cassol, ucciso nell’agosto del 2010 nelle campagne pugliesi di Altamura da un bracconiere che aveva scambiato la sua sagoma a terra per quella di un animale. Aveva 55 anni, era parroco di Longarone insieme a don Giuseppe Bortolas, l’ultimo dei sacerdoti presenti in questa tragica serie; si trovava in Puglia per un ritiro spirituale itinerante che lui stesso aveva organizzato. 

ESCURSIONE MORTALE
Nuova morte in montagna per un altro sacerdote bellunese nel 2017. Don Francesco Soccol, originario di Taibon Agordino, era parroco di Cavarzano ed aveva 65 anni quando fu colto da malore durante un’escursione con un amico ed un altro sacerdote: era il 2 agosto. I tre si trovavano all’esterno del bivacco Cadore, in Val Stalata, sotto i Campanili di Popera, in Comune di Auronzo di Cadore, ed avevano da poco completato la ferrata Roghel. Anche in questo caso i soccorsi si rivelarono inutili. Oltre che parroco, don Francesco era Vicario foraneo di Belluno e nel suo ministero sacerdotale, iniziato nel 1976, era stato a Pieve di Cadore, Valle e Vodo e Pieve di Zoldo per giungere infine nella parrocchia cittadina di Cavarzano. 

L’ANNO NERO
Tre i sacerdoti morti in circostanze tragiche nel 2020. Impegnato a Frosinone nella comunità “Nuovi Orizzonti”, un’associazione a sostegno di chi vive situazioni di grave difficoltà, don Davide Girardi originario di Castellavazzo (Longarone) fu trovato morto nella propria stanza la mattina del 4 febbraio, probabilmente colto da un malore nel corso della notte precedente. Aveva 45 anni. Trevigiano di origine, don Gabriele Bernardi era arrivato in diocesi negli anni Settanta. Dopo essere stato in diverse parrocchie bellunesi, aveva trascorso 11 anni a Gerusalemme, presso il Santo Sepolcro. Colto da infarto, è morto a 71 anni quando era parroco di Selva di Cadore e Colle Santa Lucia. Lo scorso anno si era chiuso con la scomparsa il 29 dicembre di don Vinicio Marcon, 79 anni, originario di Gosaldo. Ricoverato nell’ospedale di Feltre è mancato il 29 dicembre è stato il primo sacerdote bellunese a morire per le conseguenze del Covid. 

IL COVID
L’elenco si completa con le quattro morti registrate in altrettanti mesi del 2021. Don Tarsillo Bernardi era originario di Zovon di Vo’ Euganeo, in provincia di Padova, ma aveva studiato nei Seminari bellunesi di Feltre e Belluno ed in diocesi aveva svolto il proprio ministero. È morto il 30 gennaio, all’ospedale di Feltre dove era ricoverato con Covid-19 da cui era stato colpito a fine ottobre. Aveva 74 anni. Poi è toccato a don Giovanni Unterberger. Già insegnante sia al Lollino sia ai corsi teologici del Seminario Gregoriano: è morto l’11 marzo all’Ospedale San Martino dopo aver contratto il Covid. Viveva in Seminario ed aveva 78 anni. Una settimana dopo, il 18 marzo, il Covid ha portato via don Elio Larese, già preside per oltre vent’anni del Liceo Lollino e ancora in cattedra come insegnante di Lettere. Dopo essere stato contagiato, era rimasto per alcuni giorni in isolamento, poi la situazione è precipitata ed è morto in ospedale. Aveva 74 anni.

L’ULTIMA TRAGEDIA
Infine, nello scorso mese di aprile, la diocesi ha perso don Giuseppe Bortolas originario di Cesiomaggiore ed in servizio come parroco di Venas, Cibiana e Valle di Cadore. Era stato trovato dal vescovo monsignor Renato Marangoni e dalla sindaca di Valle Marianna Hofer a terra, nella propria canonica; ricoverato prima a Pieve di Cadore, poi al San Martino di Belluno, è morto il 9 aprile, a 67 anni, in seguito alle conseguenze dell’emorragia cerebrale che lo aveva colpito. 

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 15:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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