«Dal Nevegal 600mila euro di Imu: il Comune deve investire questi soldi qui»

Martedì 11 Aprile 2023 di Federica Fant
Nevegal

BELLUNO - «Basta con le polemiche di ogni tipo in Nevegàl, dobbiamo reagire, dobbiamo creare non distruggere». L'appello arriva da Paolo Garaboni (Nevegallika), insieme a Daniele Ciani (dell'associazione proprietari seconde case) che insieme parlano per il Centro di coordinamento e di controllo del Nevegàl, un gruppo attivo da qualche mese, che nei giorni scorsi ha anche incontrato l'amministrazione. Si tratta di una realtà che raggruppa associazioni, volontari e enti ludico sportivi del Colle. Garaboni e Ciani elencano una serie di elementi su cui bisognerebbe puntare veramente per il futuro del Nevegal.

E snocciolano i dati che sono davvero impressionanti: le 1400 seconde case portano alle casse del comune di Belluno 650mila euro di tasse. Ma c'è anche un'inversione di rotta: la pandemia ha prodotto l'effetto che è aumentata la domanda di coloro che cercano casa sul Colle. C'è il caso di una famiglia veneziana che si è letteralmente trasferita. Si parla di un trend del 30, 40% in più di richieste, che ha portato un conseguente aumento di valore degli immobili. Certo sono lontani i tempo d'oro degli anni Ottanta ma l'inversione di rotta c'è stata e ora il trend è positivo.

«LA FRAZIONE?»
Non solo case. «Che ne è della costituzione della frazione?», si chiedono dal centro coordinamento e controllo Nevegal ricordando gli annunci della giunta che parlavano di riconoscimento di "frazione" al Colle entro settembre 2022. Ma si domandano anche come implementare la ricettività, come intervenire a livello culturale. In poche parole ribadiscono: «Il Nevegàl va visto come una sfida, non come un problema». «Il nostro intende essere un richiamo alle istituzioni sono le parole di Paolo Garaboni - che ci diano un input per capire che idee hanno. Le cose in Nevegàl stentano a partire e vogliamo essere parte attiva. Non gradiamo gli interventi che sparlano del Colle e richiamiamo le istituzioni a farci capire che idee hanno per un rilancio serio, ragionato del Colle».

«IL PATRIMONIO»
Daniele Ciani, presidente dell'associazione dei Proprietari del Nevegàl ribadisce come la località non sia «una stazione d'elite, ma al contrario la sua forza sta nel collante sociale che riesce a garantire, nelle molte sfaccettature. Il patrimonio turistico e naturalistico che nessun altro capoluogo ha è la bellezza e la ricchezza del Nevegàl. Ecco perché non va visto come una fonte di spesa, ma un vero volano». Basta con gli investimenti senza una visione d'insieme. «Il Nevegàl «non è una palla al piede rincarano Ciani e Garaboni - , anzi è sempre stato sfruttato e mai valorizzato».

«UNA CABINA DI REGIA»
Daniele Ciani e Paolo Garaboni chiedono quindi «di accelerare sulla frazione perché è funzionale al progetto della destagionalizzazione, è opportuno creare una cabina regia, una local community è fondamentale per la realizzazione della destagionalizzazione».

INVESTIMENTI
Il Nevegàl, fanno sapere le associazioni, non ha mai avuto investimenti sull'impiantistica, tanto che per fare il piazzale si è dovuto aspettare 40 anni, investimenti del Pnrr: europei, non italiani. Ma sul Colle non ci sono mai stati investimenti organici da parte del Comune. Eppure, ricordano, chi ha casa sul Colle paga circa 650mila euro di Imu «ci piacerebbe che almeno la metà di quel denaro rimanesse sul territorio, per migliorie ben coordinate».

ALBERGO DIFFUSO
C'è poi la questione dell'albergo diffuso. «Che ne pensa l'amministrazione? La ricettività manca sul Nevegàl». Belluno e il Nevegàl «non può perdere la battaglia sul turismo. Non siamo una città d'arte, ma potenzialmente siamo più completi, abbiamo un territorio permeato di cultura, intesa su diversi livelli: gli zattieri, le spade, personaggi famosi (Dino Buzzati, i papi, Tiziano, Brustolon, Segato, Caffi e moltissimi altri)». Sono davvero tante «le proposte che il Nevegàl può offrire oltre alla neve ancora Garaboni -, non può risolversi solo con la stazione sciistica. Le piccole stazioni sciistiche non puntano più solo sull'inverno. Serve una trasformazione, serve intercettare diversi target di turismo».

LA PROPOSTA
Un'idea potrebbe essere acquistare e riconvertire l'ex partenza della seggiovia, un caseggiato a qualche metro d'altezza rispetto all'attuale. «Nell'ottica della funzionale della sistemazione e rifacimento del piazzale si valuti di prendere spunto da Santa Giustina, dove l'ex casa dei custodi dell'Enel è stata convertita nell'Ostello Altanon», concludono le associazioni.
 

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