BELLUNO - La grande mostra su Tiziano non si farà.
RETROMARCIA
L’annuncio è arrivato ieri, in una conferenza stampa convocata dal sindaco e dall’assessore alla cultura Marco Perale proprio per spiegare le motivazioni di una scelta tanto inaspettata. «Siamo costretti ad assumere un provvedimento estremo», così ha esordito il primo cittadino prima di passare a chiarire i termini della questione. Un passo indietro enorme, che arriva in un momento in cui la macchina organizzativa di Villaggio Globale era già stata messa in moto da oltre un anno, tanto che sarà comunque necessario procedere alla stampa del catalogo. Ma si proceda con ordine. La motivazione principale su cui sindaco e assessore hanno posto l’accento è la pandemia. Numeri in rialzo sul fronte dei contagi, percentuali troppo basse su quello delle vaccinazioni, una situazione che secondo la giunta non rende possibile organizzare la mostra in sicurezza. «Una mostra di questo livello non ha oggi i costi di anni fa, ma parliamo comunque di un milione di euro che non è poco – spiega Massaro -, una cifra ottenibile mettendo insieme fondi privati, fondi comunali, della Regione e dello Stato. Ma non possiamo permetterci di buttare via un milione di euro in questo momento, sarebbe del tutto immorale esporre soldi pubblici e privati ad un danno. I numeri della campagna vaccinale dicono che siamo ancora estremamente distanti dall’immunità di gregge».
IL NODO VACCINI
La previsione iniziale parlava di un minimo di 30 mila visitatori nella peggiore delle ipotesi, ad un massimo di 50 – 60 mila; ma di queste, quante sarebbero vaccinate? E’ questo oggi il nodo che ha portato alla decisione di archiviare e pensarci quando la burrasca sarà passata. O, meglio, forse il progetto e quanto iniziato arriveranno in eredità alla prossima amministrazione, perché il cambio di scranno a Palazzo Rosso è previsto per il maggio 2022. Ma non tutto è perduto. «Nel programma quinquennale portato avanti con Villaggio Globale ci eravamo dati degli step da raggiungere gradualmente – spiega Perale -, perciò quanto fatto finora non andrà perduto e parlo prima di tutto della sistemazione di Palazzo Bembo, del progetto, per renderlo adatto ad ospitare esposizioni. Portiamo a compimento questo step che consiste nel rendere agibili le sale, per il quale sono stati investiti 150 mila euro».
IL PIATTO PIANGE
L’altro motivo sono i soldi. E qui si è già aperto un confronto con Anci perché pare proprio che a Belluno non arriverà il tesoretto previsto. Dal Fondo Funzioni, ovvero il fondo creato dal Governo per ristorare gli enti locali delle spese in più sostenute per il Covid e dei mancati incassi, spetteranno al capoluogo appena 160 mila euro rispetto agli 870 mila attesi. Una mazzata comunicata venerdì, a pochi giorni dalla variazione di bilancio che doveva allocare la cifra per la realizzazione della mostra. Nel 2020 la perdita complessiva, tra mancati incassi e spese impreviste causate dalla pandemia, era arrivata a 4 milioni 800 mila euro e Roma aveva assicurato ristori per 2 milioni 800 mila. Quest’anno si parla di tutt’altre cifre. »E’ evidente come qualcosa sia stato sbagliato nella distribuzione delle risorse, perciò abbiamo già interessato Anci per capire meglio. Sono dispiaciuto per i commercianti di Belluno, perché questo evento avrebbe dato una spinta importantissima alla ripartenza – conclude Massaro -, doveva essere la manifestazione con cui festeggiare il completamento della campagna vaccinale e con la quale rilanciare l’economia della provincia. Ma sono dispiaciuto anche perché, da sindaco alla fine del mandato, avrei voluto portare a realizzazione questa iniziativa».
