Medico di base in pensione, gli subentra il figlio che sceglie di non "emigrare"

Martedì 13 Dicembre 2022
Medico di base in pensione, gli subentra il figlio che sceglie di non "emigrare"
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SANTO STEFANO - Passaggio di testimone tra il dottor Aldo Bettini, per decenni punto di riferimento di migliaia di assistiti in Comelico, e il figlio Alessandro. Nelle scorse settimane il medico di medicina generale di lunga data ha raggiunto la meritata quiescenza. La cessazione dell’attività del medico di base è stata meno complicata del previsto, poiché l’Ulss si è mobilitata in anticipo per trovare una soluzione, a garanzia del servizio di assistenza primaria, individuando il nuovo professionista, cui affidare l’incarico, in Alessandro Bettini, i cui contributi da anni sono pubblicati su riviste scientifiche specializzate, incluse quelle in lingua inglese. Per il comprensorio si tratta di un ottimo segnale, anche per il futuro, poiché conferma la volontà dei giovani di ritornare in Comelico dopo gli studi, le specializzazioni, le esperienze maturate al di fuori, portando il proprio apporto alla crescita della realtà d’origine. 
Il passaggio non ha richiesto alcuna formalità da parte degli assistiti: essendo stato automatico da parte dell’Ulss, i cittadini non hanno dovuto compiere alcunché. Punto di riferimento per intere famiglie e generazioni, il dottor Aldo Bettini è stato festeggiato e ringraziato dai suoi colleghi e collaboratori del distretto sociosanitario e della medicina di gruppo integrata di Santo Stefano, nel cui contesto la figura professionale sanitaria svolge un ruolo sociale di primo piano. 
«Credo che un riconoscente grazie corale sia più che dovuto e d’obbligo – afferma Alessandra Buzzo, da sempre attenta e vicina all’ambito sociale e della sanità –. Grazie per tutti questi anni, svolti con umanità, disponibilità, pazienza, grande professionalità, al servizio delle persone che vivono in Comelico. Sempre competente e col sorriso, il dottor Aldo Bettini si è sempre dimostrato attento conoscitore del territorio e delle sue problematiche sanitarie». Omaggiato per quanto fatto in tre decenni, profondendo un impegno encomiabile, segnato dalla sempre presente gentilezza ed altrettanta empatia, il medico di famiglia ha inteso la propria professione come un servizio vero e proprio tra la sua gente: ininterrottamente pronto ad ascoltare, a dispensare consigli, a tranquillizzare e ad essere di aiuto umano prima ancora che professionale. Lo testimoniano i tantissimi i messaggi pieni di gratitudine e stima che vengono espressi, in queste settimane, con varie modalità, nelle piazze e vie reali e in quelle virtuali dei social, immancabilmente accompagnati dagli auguri di “buona meritata pensione”, con l’aggiunta di “buon lavoro” al figlio. 
Yvonne Toscani 

Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 09:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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