Neurologi, solo il 4% dei candidati del concorso veneto ha scelto Belluno: poi nessuno si è presentato «Non siamo attrattivi»

Mercoledì 19 Aprile 2023 di Yvonne Toscani
L'ordine dei medici preoccupato per la possibile chiusura di Neurologia

BELLUNO - Nell’ultimo mese Azienda Zero ha bandito ed effettuato un concorso per 18 posti nelle varie aziende sociosanitarie del territorio regionale veneto. Solo il 4% dei neurologi che hanno presentato domanda hanno chiesto di effettuare servizio in Ulss Dolomiti: alla prova nessuno si è presentato. È questa la realtà messa nero su bianco ieri in una nota, dall’Ordine dei medici bellunesi: spiegano che tra specialisti (30) e specializzandi (54) sono stati 84 i neurologi che si sono fatti avanti con Azienda Zero. E se alla prova concorsuale qui nessuno dei quattro candidati si è presentato, in tutte le altre sedi sociosanitarie hanno avuto una graduatoria finale dalla quale attingere i medici. Azienda Zero ha così riedito un bando per due posti ed ha bandito una selezione con un avviso a tempo determinato in modalità libera professione.

NEUROCHIRURGIA

«Per il caso specifico della neurologia – afferma, in una nota, l’Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Belluno, che già a metà a marzo aveva evidenziato il problema– ne consegue che non è fantasioso pensare che gravi significativamente la non attrattività della nostra provincia, a cui ha dato un consistente contributo anche la penalizzazione rappresentata, a partire dalla fine del 2017, dalla sospensione di ogni intervento neurochirurgico presso l’Ospedale di Belluno, laddove tale attività veniva svolta dal 2001 con risultati riconosciuti come eccellenti». Per l’Ordine questa scelta risulta in primo luogo iniqua rispetto alla tutela della salute della popolazione presente in provincia di Belluno, rendendo necessario il trasferimento a Treviso in ogni caso di patologia elettiva e soprattutto di urgenza ed emergenza neurochirurgica. In secondo luogo, è l’intera struttura ospedaliera a risentire della privazione di questa alta specializzazione, che ha un’integrazione multidisciplinare in primis con la neurologia, ma anche e non solo con il pronto soccorso, la radiologia, la chirurgia vascolare, l’anestesia e la rianimazione. «Sotto questo profilo – continua l’Omceo – riteniamo che la riattivazione della piena operatività della neurochirurgia a Belluno debba essere, oltre che una doverosa risposta ai bisogni di salute della popolazione residente, anche un modo per contribuire a rendere più attrattiva la nostra provincia per i medici e gli specializzandi».

«L’EQUITÀ?»

Per l’Ordine medico occorre soprattutto che Regione, Conferenza Stato-Regioni e Stato attivino nuovi percorsi per salvaguardare la tutela della salute, secondo quanto scritto nella legge 833/1978: universalità, uguaglianza ed equità nell’accesso ed erogazione delle prestazioni sanitarie. «Comprendiamo – aggiunge – che non si tratta di un problema determinato dalle politiche dell’attuale governo, ma lo è per quelle attuate da tutti i governi che lo hanno preceduto, almeno negli ultimi vent’anni. E, se valutato il contesto, non sarà ritenuto possibile impostare politiche correttive dell’attuale situazione, riteniamo sia dovere delle istituzioni, fra cui quest’Ordine, dire ai cittadini e agli amministratori locali, regionali e nazionali dove siamo e dove possiamo andare».

IL FUTURO

Per l’attività finora svolta, si ritiene che l’attuale direzione aziendale abbia smosso le acque stagnanti con utilities (affitti calmierati al personale nuovo arrivato), anche se non con benefits (il mancato affidamento degli incarichi, che renderebbero più appetibile per stipendio il salire in montagna): il tutto in una situazione di mercato del lavoro, in ambito medico, dove a livello nazionale la domanda è maggiore rispetto all’offerta. In alcune specialità, dalla ginecologia alla pediatria, passando per il pronto soccorso, il ricorso a specialisti, associati o meno in cooperative, sta consentendo il “mantenimento in vita” di tali strutture: purtroppo questa strada è, ad oggi, oggettivamente preclusa per la neurologia. 

Ultimo aggiornamento: 07:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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