Padova. ​Medici di famiglia, 92 ambulatori vuoti. Domenico Crisarà: «Nel 2026 metà dei padovani sarà scoperto»

Tra i territori più in sofferenza si segnala Padova Nord (Arcella, San Carlo, Pontevigodarzere) e Padova Ovest (Brentella, Valsugana) dove mancano 7 medici di medicina generale

Martedì 18 Aprile 2023 di Elisa Fais
Padova, mancano medici di famiglia

PADOVA - Continua la crisi della medicina territoriale. Secondo la mappa della Regione Veneto, a Padova e provincia risultano scoperti 92 ambulatori di medici di famiglia. Ormai le carenze non si registrano solo nelle zone periferiche, ma cominciano a farsi sentire anche in centro e nella cintura urbana. Se l'Alta padovana cerca 26 camici bianchi, il distretto Padova Bacchiglione (che va da Cadoneghe a Saonara e dal quartiere Savonarola a Pontevigodarzere) ne richiede altri 23. Oltre a questo, risultano vacanti anche 70 incarichi di guardia medica da 24 ore settimanali, 18 incarichi del servizio Suem 118 da 38 ore settimanali e mancano all'appello tre pediatri di libera scelta. I numeri sono stati messi in fila in quattro decreti di programmazione sanitaria pubblicati venerdì dalla Regione. Da quel momento sono scattati i venti giorni entro i quali gli interessati potranno presentare la domanda di partecipazione alle procedure bandite da Azienda Zero per la sostituzione dei medici che vanno in pensione o rinunciano all'impiego. Secondo il rappresentante della categoria, Domenico Crisarà, presidente provinciale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) la situazione rischia di peggiorare. «Se non arriveranno risposte strutturali, perderemo circa 90 medici di famiglia all'anno - afferma il dottor Crisarà -. Considerando che un singolo professionista, in genere, segue 1.500 pazienti significa che nel 2026 quasi la metà dei padovani non avrà l'opportunità di avere un medico di medicina generale.

Non sono preoccupato, sono terrorizzato perché il picco di pensionamenti arriverà tra due anni. Il peggio, dunque, deve ancora venire».

Le possibilità

Le future assegnazioni avverranno in diverse fasi. Prima vengono affidati gli incarichi ai medici di medicina generale in trasferimento da altre zone, poi agli iscritti alla graduatoria regionale che hanno completato il corso di formazione, a seguire coloro che hanno completato il corso ma non sono ancora in graduatoria e, infine, vengono contattati i medici agli ultimi anni della scuola triennale di medicina generale. «Metà delle assegnazioni rischia di venire coperta da medici ancora in formazione - sottolinea Crisarà - ciò fa capire che non possiamo far conto sui neodiplomati per coprire le carenze dei prossimi anni. A stento si fa fronte all'urgenza. Purtroppo manca la programmazione e al tempo stesso la professione non è più attrattiva. Abbiamo avuto decine di casi di medici di famiglia che, nonostante avessero inizialmente accettato il ruolo nelle medicine di gruppo integrate, dopo due mesi hanno dato le dimissioni. Vanno a fare altro, c'è chi preferisce lavorare con le cooperative nei Pronto soccorso ad esempio».

Le zone

Tra i territori più in sofferenza si segnala Padova Nord (Arcella, San Carlo, Pontevigodarzere) e Padova Ovest (Brentella, Valsugana) dove mancano 7 medici di medicina generale. Altri 6 gli studi vuoti tra Cadoneghe e Limena. Non è esente dalla ricerca di camici bianchi nemmeno l'area compresa tra il centro storico, Forcellini e Armistizio dove mancano altri 6 professionisti. Spostandosi, 5 le carenze ad Albignasego. 7 tra Arquà e Stanghella. «All'inizio sembrava che le zone carenti si concentrassero solo nell'Alta e Bassa padovana - sottolinea Crisarà - ma ora invece i buchi sono dappertutto, anche in città, perché proprio mancano i medici». Ad oggi sono attivi circa 600 mmg, ognuno con 1.500-1.800 assistiti.

I pediatri

Situazione differente per i pediatri di libera scelta. Pur essendoci 3 ambiti da assegnare, di fatto risultano già coperti. «Abbiamo già due sostituzioni e il terzo collega in pensionamento sarà presto rimpiazzato - spiega Franco Pisetta della Fimp -. Non abbiamo criticità grazie a una programmazione che viene da lontano. Inoltre, a causa della denatalità, nell'ultimo decennio i bambini sono calati almeno del 30 per cento, così abbiamo perso una decina di professionisti. Attualmente ogni pediatra segue 900 bambini». 

Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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