«Non ci vacciniamo»: 60 medici, infermieri e operatori sanitari no vax portano l'Ulss in tribunale

Sabato 8 Maggio 2021 di Davide Piol
Una seduta di vaccinazioni anti covid
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BELLUNO - «Obbligo vaccinale? Non se ne parla proprio». I no-vax alzano il livello di scontro. Circa 60 operatori sanitari, che non vogliono sottoporsi al vaccino anti-covid, si sono schierati contro il proprio datore di lavoro (alcuni sono dipendenti dell’Ulss 1 Dolomiti, altri di case di riposo del territorio). Parliamo di medici, infermieri e oss che lavorano nel pubblico e nel privato e che, pur di non sottoporsi al vaccino, hanno chiesto aiuto all’avvocato dei “no vax” Andrea Colle. Il ricorso contro le lettere di richiamo inviate dalle loro aziende è stato depositato in Tribunale e il giudice ha già fissato l’udienza: si terrà il 25 maggio a Belluno.

Il braccio di ferro è diventato inevitabile: i ricorrenti infatti non vogliono fare il vaccino ma nemmeno perdere il posto di lavoro (come previsto dal Decreto aprile).

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PRIMO PASSO
La decisione è nata due settimane fa quando l’Ulss 1 Dolomiti ha iniziato a inviare le lettere a coloro che non si erano vaccinati chiedendo chiarimenti in merito alla posizione di ciascuno. Un’azione necessaria dopo il decreto 44 del primo aprile che ha imposto l’obbligo vaccinale per “gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario”. Dall’entrata in vigore del decreto, Ulss e residenze sanitarie assistite hanno inviato i nomi dei propri dipendenti alla Regione e questi sono stati poi incrociati con la lista dei vaccinati, facendo emergere le persone che, per un motivo o per un altro, hanno rifiutato il vaccino. A Belluno ne sono stati individuati 370. Nella lettera, inviata dall’Ulss 1 Dolomiti, vengono concessi 5 giorni per spiegare il motivo di quel rifiuto. I dipendenti hanno patologie per le quali si sconsiglia il vaccino? Bene, ma devono certificarlo tramite il proprio medico di base. Si sono già vaccinati o hanno un appuntamento fissato nelle prossime settimane? Anche in questo caso serve un certificato che lo dimostri. Scaduti i 5 giorni, vengono fissati gli appuntamenti per la vaccinazione. Coloro che non si presentano o che, per motivi personali, non vogliono vaccinarsi riceveranno altre due lettere. La prima dall’Ulss Dolomiti che li sospenderà dal servizio fino al 31 dicembre o fino a quando decideranno di vaccinarsi. La seconda dall’Ordine di appartenenza che li estrometterà dall’Albo per lo stesso periodo (tranne nel caso degli operatori socio sanitari che non ne hanno uno).

DIALOGO FINITO
L’invito dell’azienda sanitaria a mettersi in regola ha avuto un effetto duplice: da una parte ha convinto alcuni esitanti a vaccinarsi, dall’altra ha rafforzato le posizioni dei “no-covid vax”.

LA PATTUGLIA
Tant’è che circa 60 medici, infermieri e operatori socio sanitari si sono rivolti a un legale per far valere le proprie ragioni in tribunale. Il ricorso, depositato dall’avvocato Andrea Colle, verterebbe sulla presunta illegittimità costituzionale del decreto aprile. In altre parole, il personale sanitario deve essere libero (secondo i ricorrenti) di scegliere se vaccinarsi o meno. Non è la prima volta che la questione finisce in tribunale.

CASO PILOTA
Due mesi fa 10 operatori socio sanitari (8 dipendenti di Gaggia Lante-Sersa e 2 di Sedico Servizi) avevano proposto un ricorso ex articolo 700 del Codice di procedura civile tramite l’avvocato Colle. Una sorta di tutela cautelare per paura di esser sospesi o lasciati a casa dall’azienda a causa del loro rifiuto a vaccinarsi. Il 19 marzo il giudice Anna Travia l’ha rigettato. Così è stato presentato un reclamo (da 7 dei 10 oss perché alcuni, nel frattempo, hanno cambiato idea) che è stato discusso giovedì 6 maggio e per il quale si attende ora la decisione del giudice. Questi due ricorsi mettono in luce un dato: a Belluno, più che in altre province, la voce del personale sanitario contrario al vaccino anti-covid è forte e sta mettendo a dura prova la propensione al dialogo dell’Ulss 1 Dolomiti. Prima di arrivare allo scontro la sanità bellunese ha messo in campo una lunga serie di iniziative per provare a ricondurre tutti da una parte precisa: quella della scienza.

Ultimo aggiornamento: 17:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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