Sfruttare il legno bellunese attraverso un marchio doc

Giovedì 10 Settembre 2020 di Alessia Trentin
Vaia
LONGARONE - Legno bellunese doc: Confagricoltura Belluno e Camera di Commercio lanciano la proposta. Tracciare il legname partendo dall’albero tagliato nel bosco, passando dalle segherie e arrivando alle imprese. Un marchio di origine certa e visibile, come accade da tempo altri prodotti, insomma, che aiuti a valorizzare i beni forestali locali. E in futuro anche quelli del Veneto. È l’obiettivo del progetto che l’associazione di categoria e l’ente camerale intendono presentare all’interno di “Fiera & Festival delle Foreste” al via domani. Come dire che, dopo Vaia, il Bellunese ripensa sé stesso e decide di puntare su una materia, il legno, di cui abbonda per ottimizzarne la resa e le ricadute sul territorio.
POTENZIALITÀ E AMBIENTE
«Il progetto intende sviluppare un sistema di tracciabilità che, mediante moderne e complesse tecnologie, possa in modo estremamente semplice e immediato dare certezza dell’origine del legno – spiega Michele Salviato, responsabile della gestione forestale sostenibile di Confagricoltura Belluno. Il bosco copre circa il 25% del territorio del Veneto ed è in continua espansione, se si pensa che la superficie è raddoppiata negli ultimi 50 anni. Tuttavia, nonostante le notevoli potenzialità delle foreste venete, buona parte del legname lavorato nelle aziende regionali proviene dall’estero. Favorire il comparto forestale e la filiera corta è oggi una priorità per garantire la sostenibilità ambientale ed incentivare acquisti che portino a vantaggi sul territorio. Oggi gran parte del legname arriva dall’Austria e da altri Paesi europei».
GIOCO FACILE PER VAIA
«Il problema - prosegue Salviato - è che i nostri boschi sono tagliati troppo poco e stanno crescendo a dismisura, con la conseguenza che basta poco vento a farli cadere. I danni causati dalla tempesta Vaia sarebbero stati molto ridotti se si fosse tagliato di più. Poi c’è anche il problema della mancanza di grosse segherie, un settore che va assolutamente sviluppato se non vogliamo che il nostro legname lo lavorino altri».
La fattibilità dell’iniziativa si base su numeri: si partirà infatti con un finanziamento di 10.000 euro, divisi tra Confagricoltura e Camera di Commercio. «Secondo le nostre proiezioni l’adesione al progetto può interessare 300 ditte boschive e 12.000 imprese del legno tra Belluno e altre province del Veneto – chiarisce Salviato –. Auspichiamo di poter partire alla fine del 2021».
Confagricoltura, due anni fa, era stata capofila del progetto di certificazione del legname bellunese, arrivando a ottenere il marchio di Gestione forestale sostenibile per 14.000 ettari di bosco dal Comelico al Cadore.
Alessia Trentin
© riproduzione riservata
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci