Luca Zaia: «Belluno dimenticata? È un'infamia»

Lunedì 30 Ottobre 2023 di Redazione Belluno
Luca Zaia: «Belluno dimenticata? È un'infamia»

BELLUNO - «Abbiamo carte che dimostrano gli investimenti, che non abbiamo fatto chiusure, che abbiamo portato eccellenze. Ho messo un direttore generale che è il direttore dell’Azienda ospedaliera di Padova. Possiamo portare dati di interventi, dati di prestazioni. L’effetto di continuare a dire pubblicamente che non funziona nulla, porta un impatto negativo sui cittadini e i professionisti vanno da altre parti perché si diventa sempre meno attrattivi. Ma che si dica che noi abbiamo dimenticato la provincia di Belluno è un’infamia». Lo ha detto ieri pomeriggio il presidente della Regione Luca Zaia, a margine di una corsa podistica a Codognè, in provincia di Treviso, commentando la manifestazione regionale che sabato pomeriggio ha portato migliaia di persone a sfilare per il centro di Belluno.


ALTRI CONTRACCOLPI
Quella manifestazione comincia ad avere effetti anche sugli equilibri in Provincia. Esce allo scoperto Andrea De Bernardin, segretario provinciale della Lega: «Il presidente Roberto Padrin finalmente esce allo scoperto e dimostra da che parte sta politicamente: altro che agnostico, con la manifestazione di sabato ha dichiarato chiaramente la sua posizione. Prenderemo di conseguenza le nostre decisioni». De Bernardin critica innanzitutto la partecipazione alla manifestazione della vicepresidente della Provincia Lucia Da Rold, che ha sfilato con la fascia in rappresentanza dell’ente Provincia. Dopodiché prende di mira la scelta di essere presenti in un evento che si rivolgeva in modo esplicitamente critico verso la Regione: «Dov’era il presidente Padrin quando con l’assessore regionale Manuela Lanzarin e il commissario Dal Ben ci incontravamo per riunioni di una certa importanza, per affrontare temi di peso relativi al nostro sistema sanitario? Finora presidente e vicepresidente non hanno portato contributi, idee o proposte. Allora cerchiamo di capire cosa vogliamo fare da grandi: manifestare in piazza è scenografico, certo, ma i luoghi deputati al confronto tra amministratori, dove portare le proprie istanze e anche le proprie critiche, sono altri». Le conseguenze saranno durissime, annuncia De Bernardin: «Questa uscita allo scoperto non è passata inosservata, così come il post pubblicato nei suoi social dal presidente e poi prontamente cancellato: Padrin ha dichiarato pubblicamente a quale area appartiene e ora per i consiglieri del centrodestra si apre un ragionamento.

In questi anni il rapporto è stato di amicizia e di collaborazione, di condivisione costruttiva rispetto al destino dettato dalla famigerata legge Delrio voluta dalla sinistra e rispetto alla quale, pur non condividendola, i nostri consiglieri si sono messi a disposizione, ottenendo deleghe sempre portate avanti con impegno e senso civico per il bene del territorio e di un ente, la Provincia, così tristemente bistrattato dall’ex ministro Delrio. Ma ora? Ora il presidente della Provincia con onestà intellettuale deve chiarire la propria linea, quanto accaduto sabato ha segnato un punto di non ritorno per noi». 


LA SINDACA HOFER
A prendersela con alcuni sindaci di centrosinistra è scesa in campo Marianna Hofer, sindaca di Valle di Cadore: «La gente ha tutto il diritto di scendere in piazza ed apprezzo la gente che ha il coraggio di metterci la faccia. Apprezzo meno i sindaci che hanno partecipato alla manifestazione. Noi aindaci abbiamo la fortuna di poter “alzare la voce” durante gli incontri istituzionali e allora non posso esimermi dal dire che alcuni sindaci non aprono mai bocca. Ripeto non tutti. Ci sono ad esempio nuovi sindaci, come Pieve di Cadore, che presenziano e chiedono, provano a proporre, giustamente criticano».

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