Natale con lettera di licenziamento per i lavori dell'ex Acc, la Fiom: «Le istituzioni avevano detto che non li avrebbero lasciati soli»

Sabato 16 Dicembre 2023 di Eleonora Scarton
Una delle proteste dei lavoratori ex Acc di fronte alla Prefettura

BELLUNO  - Natale amaro per 76 lavoratori della Wanbao Acc di Mel rimasti esclusi dalla lista di assunzione della Sest: sono in arrivo le 76 lettere di licenziamento, che concluderanno l’iter della fine dell’azienda del Comune di Borgo Valbelluna. Seguirà poi la disoccupazione da gennaio 2024 e i corsi di ricollocamento della regione del Veneto. Percorsi che però, in questi anni, non hanno avuto un buon esito: su un centinaio di lavoratori dell’ex Acc che vi hanno preso parte nessuno ha poi trovato un effettivo posto di lavoro. È quindi il momento che «i sindaci e Confindustria Belluno Dolomiti che due anni fa hanno detto che non avrebbero lasciato soli questi lavoratori scendano in campo ed invochino il senso di responsabilità delle aziende del bellunese affinché assumano queste persone» afferma il sindacalista della Fiom Stefano Bona, che ieri nella sede Cgil di Belluno ha fatto il punto sulla situazione. E ha ricordato che la maggior parte delle persone che devono essere ricollocate sono over 50 e per lo più donne. 

LE MISSIVE 
Tra chi riceverà le lettere di licenziamento collettivo spiega Bona «ci sono una decina di donne che potrebbero andare in pensione con l’opzione donna. Il problema è che il governo ha introdotto una nuova normativa per cui puoi accedere a tale opzione solo se hai un figlio invalido al 70% o essere licenziato da un’azienda che ha un tavolo di crisi aperto al ministero. Quando due di loro hanno presentato domanda, queste sono state respinte dall’Inps in quanto Acc non risulta più in crisi ma “in monitoraggio”». A fronte di questa situazione il sindacato ha inviato una lettera al ministero, oltre un mese fa, senza però ancora ricevere risposta. Sindacato che si appella quindi all’unico parlamentare provinciale, il senatore Luca De Carlo, affinché intervenga e sblocchi questa situazione. 

IL RICOLLOCAMENTO 
Gli altri lavoratori invece intraprenderanno un percorso di formazione volto al loro ricollocamento nel mondo del lavoro. «Si tratta del programma Gold della regione del Veneto finanziato dal Pnrr – prosegue Bona – volto a potenziare le competenze o insegnare ai lavoratori una nuova professione. Il programma dura nove mesi e poi queste persone dovrebbero entrare nel mondo del lavoro». Va tenuto conto che una ventina, dopo la disoccupazione, andranno in pensione per cui il numero di persone da ricollocare scende a poco più di una trentina. 

RESPONSABILITÀ SOCIALE 
Secondo il sindacalista della Fiom però manca un tassello: «Tutti hanno aderito ai corsi, in quanto tutti vogliono trovare una nuova occupazione al di là di quelle che sono le voci che spesso circolano su questi lavoratori.

Il problema è che poi non c’è nessuna garanzia di essere assunti da qualche azienda». E quanto accaduto negli anni scorsi non è certo di buon auspicio. «Serve quindi una rete di responsabilità sociale da parte delle imprese, con un’azione di Confindustria che inviti le realtà imprenditoriali ad assumere questi lavoratori, ancor di più nel 60esimo del Vajont, tragedia che ha portato alla nascita di molte aziende del territorio», afferma il sindacalista, che conclude: «Confindustria ma anche il presidente della provincia ed i sindaci che due anni fa dissero di fare l’accordo con Sest serenamente perché per coloro che sarebbero rimasti esclusi sarebbe stata trovata una soluzione ecco, questo è il momento per trovarla. Ci aspettiamo una risposta». 

Ultimo aggiornamento: 17:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci