Giorgia fotografa le stelle. Sembra il titolo di una canzone di De Gregori, invece è l’inizio del racconto di una passione che tale deve restare, anche se a dirle che è brava, ma brava davvero, per ben otto volte è stata la N
E avevano ragione loro: il 6 novembre la
«Mi ha stupito, perché in tanti quella notte, in tutto il nord Italia, hanno fotografato quell’aurora boreale rossa. Bastava aprire i social per rendersene conto; la mattina dopo però ecco la sorpresa: la N
Com’è nata la foto dell’aurora boreale nostrana?
«Io e il mio compagno
In pochi si sono ricordati dell’aurora di vent’anni fa.
«Perché vent’anni fa non c’erano i social.
Quindici anni di esperienza, otto volte selezionata dalla N
«Quando me lo chiedono, o le volte in cui si sarebbe potuti arrivare a quello, ho subito bloccato la discussione: voglio che resti una passione, che non venga contaminata dallo stress, che sia il mio tempo, il mio tempo libero».
Come programma le uscite una fotografa del cielo?
«A inizio anno consulto l’almanacco astronomico per capire quali saranno gli eventi più interessanti. Quindi scelgo il posto, a volte se necessario prendo un permesso di lavoro, cammino e mi apposto».
Oltre a conoscere il cielo è fondamentale quindi conoscere il territorio per avere la visuale migliore.
«Sì. Se la luna o gli astri sorgono ad est so dove piazzarmi, se ho bisogno di un soggetto particolare idem, così come se voglio che nel panorama ci sia una chiesetta o una particolare montagna. Ogni volta che ho bisogno di un soggetto umano ci piazzo il mio compagno, l’unico a disposizione a quelle ore della notte, in cima a chissà dove; in paese hanno iniziato a chiamarlo “l’uomo della N
C’è un posto speciale?
«Le Tre Cime, Misurina. Pian di Cengia. Negli ultimi anni ho scoperto il Comelico. Vado dove c’è più buio che gente».
Com’è fissare il cielo sapendo quanti danni stiamo facendo quaggiù, sulla terra?
«A volte mi capita di pensare con “paura” se riusciremo a rovinare anche la luna. Arrivati ci siamo arrivati, chissà cosa ne faremo. Ma anche il cielo lo abbiamo già rovinato; l’Italia è uno dei luoghi con più inquinamento luminoso. In Pusteria ci sono molte meno luci, la stessa identica sicurezza e un cielo molto più bello. Si potrebbe… Io ci penso ogni tanto: c’è chi non ha mai visto e forse mai vedrà un cielo stellato. Stellato per davvero».
Com’è?
«Meraviglioso. Più di qualsiasi stella mi emoziona la luna. Una delle foto a cui tengo di più, oltre a quella insieme al mio compagno sulle Tre Cime, è quella della curva lunare: tutte le fasi della luna raggruppate in un’unica foto. Ci ho messo un anno per realizzarla; qui il tempo bello è raro, ho dovuto provare e riprovare, andare e ritornare».
E il freddo della montagna di notte?
«Non lo sento. Camminando mi scaldo e poi non ci penso proprio. La montagna di notte è bellissima. Il bosco ammetto mi farebbe paura, la montagna no. Il Nuvolau, le Cinque Torri, quei panorami aperti; è bellissimo davvero. E la luce piano a piano arriva, basta abituarsi».
Il cielo dei tuoi sogni?
«L’aurora boreale del nord Europa; diciamo che il 5 novembre ho vissuto un anticipo di quel sogno, ma vorrei andare lassù. E poi l’eclisse di sole: nel 2026 ce ne sarà una in Spagna, fattibile. Intanto mi godrò qualche luna piena
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