Scaduta la revisione, funivia Faloria chiusa: il socio di "maggioranza" chiede la testa dei responsabili

Giovedì 20 Luglio 2023 di Marco Dibona
La funivia Faloria

CORTINA D'AMPEZZO - L’assemblea dei soci della funivia Faloria di Cortina deve riunirsi per verificare quali irregolarità abbiano portato alla chiusura dell’impianto a fune. A chiederlo è Alberico Zardini, che fu presidente della società, sino al luglio 2020, e che ancora oggi è il socio con più quote, pari al 23.435 % del capitale sociale. Zardini ha inviato una lettera al presidente Alessandro Menardi, ai componenti del consiglio di amministrazione e al collegio sindacale, formato da Mauro Bartoli, Alex Ghedina e Sabrina Tormen. In caso di indugio, nella convocazione dell’assemblea di tutti i soci, si dice pronto a rivolgersi al tribunale, per chiedere l’adozione dei provvedimenti opportuni. Indica inoltre quale dovrà essere l’ordine del giorno della riunione: relazione del collegio sindacale sulle verifiche svolte, in ordine alle irregolarità che hanno portato alla chiusura della funivia; promozione dell’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori; nomina dei nuovi amministratori, in sostituzione di quelli decaduti. Alberico Zardini chiede al collegio sindacale di indagare, senza indugio, sui fatti dei giorni scorsi. Si riferisce alla chiusura della funivia, che sale dal centro di Cortina ai 2.100 metri del rifugio Faloria, disposta dagli organismi di controllo del ministero dei Trasporti, per una inadempienza tecnica e burocratica: non si è provveduto allo slittamento delle funi portanti. Questa scadenza, prevista ogni sette anni, stabilisce che le grosse corde d’acciaio, del diametro di 52 millimetri, siano spostate di alcune decine di metri, lungo la linea, per evitare che lo sforzo di sostegno continui a concentrarsi nei medesimi punti.

Al consiglio di amministrazione, Zardini chiede di ricevere copia del verbale e delle comunicazioni intercorse con l’ente ispettivo; copia del libro giornale della funivia, con le annotazioni dal 1 gennaio scorso; copia della corrispondenza intercorsa con i funzionari incaricati dei controlli. Sottolinea inoltre la gravità dell’accaduto e il danno per la società, a causa delle irregolarità nella gestione. Una prima riunione dei vertici della società Faloria c’è stata martedì, per un confronto su quanto accaduto, con l’ingegner Alberto Lancedelli, direttore di esercizio dell’impianto. Domani è previsto il consiglio di amministrazione, nel quale non siede però Alberico Zardini. Nel luglio 2020 ci fu il ribaltone, nell’assetto societario: l’allora presidente portò un pacchetto di azioni, sue e di chi lo affiancava, pari al 46%, mentre gli avversari raggiunsero il 53 % ed egli fu esautorato. Da allora non ha mai cessato di rivendicare il suo ruolo e di contestare l’operato dei suoi successori, alla carica di presidente: per due anni Luca Zardini, negli ultimi mesi Alessandro Menardi. Nel febbraio scorso Alberico Zardini inviò una lunga lettera a tutti i soci e li contattò personalmente, per illustrare la “drammatica situazione che si è creata nella società Faloria”.

Nel marzo successivo mandò un’altra lettera, questa volta al suo successore Luca Zardini, esortandolo a lasciare il posto. In entrambi i documenti criticò duramente l’operato di Enrico Ghezze, per molti anni amministratore delegato della società, sino al recente pensionamento. La società ha chiuso il bilancio 2019 con un utile di un milione di euro; nel 2020 è intervenuta la pandemia, con il blocco della attività invernale i primi giorni di marzo, senza poter concludere la stagione al ponte festivo del 1 maggio, come di consueto: senza questo drastico taglio, l’utile sarebbe stato di due milioni e mezzo, un risultato da record. Da Monaco di Baviera, dove risiede e ha le proprie attività imprenditoriali, Alberico Zardini fa sapere: «Sono molto amareggiato per quanto sta accadendo alla funivia Faloria, per il danno di immagine, che colpisce la società e Cortina tutta, a causa della chiusura, per un paio di settimane almeno, nel mezzo della stagione estiva. Io avevo previsto che ci sarebbero state difficoltà, lo avevo scritto, i mesi scorsi, perché sapevo che non ci sono capacità manageriali, in chi regge oggi la società. Mi fa stare male constatare che non c’è una visione imprenditoriale, dopo tanti anni e tanto lavoro, da parte mia, per sviluppare le potenzialità di questa azienda, per farla diventare grande».

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