Operatore positivo al coronavirus dopo una cena nel Trevigiano: casa di riposo "sigillata"

Sabato 18 Luglio 2020 di Olivia Bonetti
Controllo preventivo della temperatura
O Sembrava immune al Covid e la speranze è che sia proprio così, ma il responso arrivato ieri del tampone effettuato su un operatore della casa di riposo di Longarone, che abita in zona, non può che preoccupare. Un giovane bellunese socio sanitario della struttura è stato trovato positivo: tutti gli ospiti e lavoratori della casa di riposo vengono in queste ore sotto posti al tampone. L’Usl parla di un caso «impegnativo».

«Il soggetto -spiegava l’azienda sanitaria in una nota diffusa ieri - presenta una sintomatologia Covid moderata ed è isolato a domicilio. Tutti gli ospiti della casa di risposo, i colleghi di lavoro del soggetto ed i contatti stretti in ambito extra-lavorativo saranno sottoposti a tampone tra oggi e domani. L’Azienda Usl ha prontamente informato la direzione della casa di risposo e il sindaco del comune interessato. Per precauzione, l’accesso alla casa di risposo è sospeso fino alla definizione della situazione epidemiologica». La speranza è che la struttura resti “Covid free” come è stato in tutti questi mesi. L’assessore alla Sanità del Comune di Longarone, e dottore, Ali Chreyh afferma: «Attendiamo i risultati, ma siamo abbastanza tranquilli». Secondo quanto riferito dall’operatore contagiato tutto potrebbe essere iniziato dopo una cena in un locale di Vittorio Veneto (Treviso), avvenuta nel fine settimana. Il Dipartimento di prevenzione dell’Usl Dolomiti, diretto da Sandro Cinquetti, ha subito informato quello trevigiano per gli eventuali controlli del caso. 

LA SCOPERTA
Quanto vissuto dall’operatore la sera di martedì, quanto stava per montare per la notte, è uno dei peggiori incubi. È entrato nella saletta della casa di riposo di Longarone in cui vengono sottoposti alle verifiche i lavoratori della struttura, prima di entrare in servizio: si misurano la temperatura, segnano nome e cognome, si disinfettano, tutto come da procedura prevista. Il termoscanner ha evidenziato una temperatura di 38 gradi. «Si sentiva bene - spiega l’assessore Ali Chreyh, che era anche medico in servizio quella notte -, ma la misurazione aveva dato 38. A quel punto ha chiamato un suo collega e hanno chiamato la coordinatrice del personale, venuta da Belluno, per controllare la situazione. Tutto secondo i protocolli che abbiamo preparato. La doppia misurazione ha confermato il responso. A quel punto il ragazzo è stato fatto tornare a casa e la mattina di mercoledì si è presentato per fare il tampone previsto con procedura prevista dall’Usl». Quando è arrivata la risposta è scattata la ricostruzione dei contatti.

IL CONTAGIO
Il ragazzo non ha sintomi respiratori, ma scariche di diarrea mal di pancia. «Nel 5-10% per cento dei casi il Covid dà disturbi gastrointestinali», spiega il dottore Chreyh. Ieri è stato fatto il tampone a 30 ospiti sul totale dei 108 presenti in struttura e si proseguirà nelle prossime ore con gli altri. «Speriamo bene -conclude l’assessore - ma è un ragazzo molto in gamba e lavora da sempre con doppia mascherina e guanti. L’appello è per chi è fuori invece: non bisogna mai mollare, vedo tanta ignoranza in giro e gente senza mascherina. Forse la carica virale è diminuita per la stagione, ma il virus c’è e gira».
Ultimo aggiornamento: 12:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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