Tunnel olimpico a Cortina, con lo scavo le Regole sistemano casse e territorio

Martedì 7 Settembre 2021 di Marco Dibona
Il progetto nella sua versione originaria e in quella definitiva del tunnel a Cortina in vista delle Olimpiadi
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CORTINA - Le Regole d’Ampezzo potranno avere un ruolo importante nel Masterplan delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali 2026 Milano Cortina 2026, il documento di progettazione urbanistica straordinaria, che stanno elaborando congiuntamente il Comune di Cortina, la Provincia di Belluno e la Regione Veneto. L’antica istituzione ampezzana è comunque proprietaria di oltre 15mila ettari di territorio verde, fra boschi e pascoli, che stanno tutto attorno al fondovalle, dove si dovranno realizzare impianti e infrastrutture.


IL PROGETTO
«Il lavoro principale inserito nel Masterplan olimpico per Cortina è la variante alla statale 51 di Alemagna – ha spiegato il presidente Flavio Lancedelli, alla recente assemblea generale delle Regole d’Ampezzo – e questo progetto prevede di scavare una galleria di alcuni chilometri, sulla destra del torrente Boite, da Coiana sino oltre Ra Era, verso Fiames. Quest’area non è di proprietà delle Regole, che comunque sono interessate dagli effetti del cantiere sul territorio. Basta pensare che sono previsti scavi per 700mila metri cubi di terra e roccia. Tutto quel materiale si dovrà stoccare in valle, per un reimpiego in loco: questo avrà una duplice valenza ambientale. Innanzi tutto si eviterà di sovraccaricare la statale 51 Alemagna con migliaia di camion, per il trasporto di questo materiale.

Inoltre potremo individuare siti per ricomposizioni ambientali, ci sono situazioni da sistemare, lungo l’asta del torrente Boite». 


LE IPOTESI
Sull’utilizzo del materiale di scavo della galleria ci sono diverse ipotesi: «Le Regole non saranno estromesse, come interlocutori, in quanto sono comunque una parte interessata, anche se il Masterplan olimpico non compete loro, bensì a Comune, Provincia e Regione – ha detto Lancedelli – se metteremo a disposizioni aree apposite, per lo stoccaggio del materiale e per creare ricomposizioni ambientali, avremo anche il vantaggio di ricevere un pagamento, per ogni camion che conferirà, tutto ciò senza compromettere il valore del territorio». Negli incontri per la redazione di questo strumento urbanistico le Regole hanno fatto altre richieste precise: «Abbiamo proposto di creare ampi piazzali, con il materiale di risulta degli scavi, e creare così parcheggi per le auto degli escursionisti: in questo modo si potrebbe dare più ordine a una situazione che ora è caotica. Inoltre abbiamo chiesto di inserire il recupero di due case cantoniere, in località Ruvieta e al passo Tre Croci, a breve distanza una dall’altra». 


IL PRECEDENTE
Il deposito di terra su terreni regolieri, risultante dagli scavi, ha prodotto nel 2017 ricavi per 591mila euro, grazie al progetto di ricomposizione ambientale ad Acquabona, a lato della statale di Alemagna. Negli anni successivi la voce del bilancio si è ridotta, anche per il progressivo riempimento, ma ha comunque avuto una parte rilevante nella contabilità, sino a quest’anno. Il completamento dell’intervento induce a far rivedere questo punto, in futuro. Da qui l’interesse delle Regole per le prospettive offerte dal Masterplan olimpico, frutto dell’accordo sottoscritto a fine 2020 da Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno e da Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina. 


LA STRATEGIA
«Il documento condiviso dovrà contenere la strategia di sviluppo, comprendere opere pubbliche e interventi privati – spiegò allora Zaia – tutto ciò che si andrà a realizzare sul territorio fa parte di un tassello ben studiato ed integrato, in una visione ben più generale del solo evento olimpico». Nel piano si tiene in particolare considerazione il tema di un sistema di mobilità rispettoso dell’abitato, con riduzione del trasporto su gomma privata, quindi parcheggi scambiatori, mobilità alternative slow e ampie zone a traffico limitato; un’offerta di impianti sportivi adeguata alla domanda evoluta; un’offerta riqualificata di servizi per l’accoglienza, diversa dalle seconde case. 

Ultimo aggiornamento: 14:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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