In quota soffia l'ottimismo: «Riceviamo prenotazioni dall'Italia, a 2400 metri c'è tanto spazio»

Mercoledì 13 Maggio 2020 di Andrea Ciprian
Rifugio Averau in quota sopra Cortina
CORTINA (BELLUNO) - In alta quota sulle Dolomiti venete soffia un vento di ottimismo. Dopo essere stati costretti a interrompere bruscamente la stagione invernale, ora i gestori dei rifugi si stanno preparando all'estate con la speranza che sia, nonostante tutto, una stagione positiva. «Siamo fiduciosi perché stiamo già ricevendo tante richieste di prenotazioni conferma Sandro Siorpaes dal rifugio Averau, a oltre 2400 metri di altitudine nell'area delle Cinque Torri, a cavallo dei comuni di Cortina d'Ampezzo e Colle Santa Lucia -. Ovviamente si tratta di italiani, perché gli stranieri molto probabilmente non potranno venire. Fino a qualche settimana fa, eravamo molto preoccupati per cosa ci avrebbe riservato l'estate, poiché nella bella stagione il 90% dei clienti arriva dall'estero, con l'eccezione di agosto. Invece è successo un qualcosa di inatteso e che ci infonde fiducia dopo un periodo difficile: i clienti italiani stanno prenotando come mai hanno fatto in passato».
IL MOTIVO
Siorpaes un'idea ce l'ha: «Credo che la montagna sia quest'anno particolarmente attraente perché consente di fare una vacanza negli spazi aperti, lontano dalla ressa. In tanti ci hanno già contattati perché vorrebbero bloccare le camere. Mi chiedono perché non possono farlo e sono costretto a rispondere che devo attendere direttive precise da parte delle istituzioni. Per organizzarci - continua - noi gestori dobbiamo sapere esattamente quante persone potremo ospitare nelle stanze e nelle camerate. Per le prime non ci dovrebbero essere problemi visto che di solito vengono affittate alle famiglie, per le altre invece attendiamo di conoscere come muoversi. Nel mio rifugio, oltre a 4 stanze private con bagno, ci sono 3 camerate da 26 posti complessivi e con il bagno in comune. Di solito gli italiani preferivano le camere private, ma quest'anno sono molto richieste anche le più spartane camerate. Per renderle appetibili ho pensato fosse opportuno gestirle come l'altra tipologia di alloggi, fornendo quindi lenzuola, federe e asciugamani». Anche per i rifugisti, quindi, la mancanza di indicazioni chiare non consente una programmazione precisa. In attesa di direttive chiare, comunque, si arrangiano da soli.
IL CORSO
«Insieme agli altri colleghi di Cortina dice Siorpaes - abbiamo organizzato in autonomia un corso sulla sicurezza, così da capire intanto quale strada prendere. Poi ci siamo confrontati con Federalberghi, con Confcommercio, con il Cai e con le nostre associazioni. Nell'ultima videoconferenza eravamo cento rifugisti veneti ad essere collegati. Per quanto riguarda l'igiene dovrebbe cambiare poco, poiché già con i piani haccp siamo abituati a seguire dei protocolli, probabilmente basterà utilizzare dei prodotti per pulire che abbiano un maggior potere disinfettante. La novità sarà l'utilizzo di guanti e mascherine, che in sé non rappresenta un particolare problema. Invece per i distanziamenti contiamo di poter sfruttare maggiormente gli spazi esterni, questione che pare sarà disciplinata delle amministrazioni comunali. Noi, ad esempio, disponiamo di 120 coperti equamente divisi tra posti in sala e tavolini sulla terrazza esterna. La mia idea sarebbe quella di approfittare dell'area attorno al rifugio, dove collocare i tavoli tolti dalla sala e dal terrazzo. Aumenteranno i costi perché occorrerà più personale per servire meno persone. Però, vista la contingenza, mi pare il modo più opportuno per adeguarsi». Dopo la chiusura imposta a inizio marzo, il tema dei rifugi non è stato più affrontato in modo esplicito dai vari dpcm. La stagione estiva si sta avvicinando e i gestori confidano che le prossime prescrizioni tengano conto delle peculiarità della loro attività: «La funzione di un rifugio è anche quella di garantire la sicurezza in caso di emergenze come temporali o infortuni. Sembra che ciò verrà considerato nei prossimi provvedimenti e che le situazioni di emergenza immediata prevarranno sulle regole per il Coronavirus: dovesse arrivare una tempesta, sarebbe comunque nostro dovere fornire riparo, anche se si creerebbe un temporaneo assembramento».
Andrea Ciprian
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Ultimo aggiornamento: 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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