«Cortina altoatesina? Perso il treno, e di mezzo l'intralcio Olimpiadi. Il referendum stravinse ma l'Italia non ne prese atto»

Siro Bigontina Titoto, leader referendario nel 2007, racconta perché finì male: «I Comuni non diedero seguito, nel 2013 ci arrendemmo. Quasi l'80% votò per il cambio di regione. Oggi è tardi. Io un'idea ce l'ho ma non la divulgo»

Mercoledì 7 Settembre 2022 di Marco Dibona
Siro Bigontina Titoto al voto nel 2007: oggi - dice - non ci sono più le condizioni di allora per il Cortinese in Alto Adige
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CORTINA - «Oggi la situazione è cambiata, sia in Veneto, sia in Alto Adige. Non ci sono più le condizioni per il cambio di regione dei tre comuni ladini di Cortina d'Ampezzo, Colle Santa Lucia e Livinallongo del Col di Lana. Era un passo che andava fatto subito, appena dopo il nostro referendum dell'ottobre 2007. Bisognava battere il ferro sino a che era caldo; oggi non si può più fare»: è l'opinione di Siro Bigontina Titoto, anima del movimento referendario dei tre comuni ex asburgici, che quindici anni fa chiesero di riunificarsi con i Ladini del Sella.

LA RESA
«Io cessai la mia battaglia nel 2013. Allora smisi di combattere, perché ero amareggiato, in quanto le amministrazioni comunali non diedero seguito al lavoro del nostro comitato, che aveva portato al trionfale esito del referendum, quando quasi l'80 per cento dei cittadini votò a favore del cambio di regione. La consultazione popolare fu uno strumento democratico, sancito dalla Costituzione di uno Stato che avrebbe dovuto tenere conto del volere dei cittadini. In altre nazioni funziona in questo modo. In Svizzera fanno frequenti referendum, poi applicano quello che decide la gente. In Italia non è andata così». Sulla possibilità di procedere con questa battaglia, Bigontina è disilluso: «Oggi le condizioni sono del tutto diverse. Ci sono le Olimpiadi 2026 di mezzo, che sono un intralcio. Il Veneto non ha alcuna intenzione di lasciar andare Cortina, che rappresenta la Regione, nell'organizzazione di quei Giochi. Pure in Provincia di Bolzano sarebbe ritenuto ingombrante l'arrivo di questo grande carrozzone.

Mi chiedo chi abbia dato il consenso, nel nostro Paese, alla candidatura per le Olimpiadi invernali 2026. La nostra popolazione non è stata coinvolta e neppure consultata. Oggi si deve guardare a una soluzione diversa da quella del referendum: io ce l'ho in testa, ma intendo sottoporla al sindaco Gianluca Lorenzi, prima di divulgarla».

IL PROFILO
Siro Bigontina Titoto
, nel soprannome ampezzano di famiglia, è nato nel 1930. A 92 anni ha chiaro il susseguirsi dei fatti, sostenuto dai documenti che esibisce. Riporta il verbale della Consulta Ladina, dei tre comuni referendari, che si riunì nel municipio ampezzano il 12 gennaio 2013: «Quel giorno decidemmo di fermarci. C'erano i due sindaci di Colle e Fodom, l'assessore d'Ampezzo, le unioni ladine. Io ero il coordinatore del comitato referendario. Allora informai i presenti del lavoro fatto per la prosecuzione dell'iter, nei cinque anni successivi al voto. Parlai dei ricorsi, delle proposte di legge che giacevano in Parlamento, delle richieste di parere delle Regioni interessate. Allora decidemmo che avrebbero dovuto essere i comuni a portare avanti la questione». Nel documento di quel giorno si legge: Il comitato referendario sospende da questo momento la propria attività. Il 3 febbraio 2016 i tre consigli comunali si riunirono congiuntamente, in Ampezzo, e deliberarono all'unanimità un atto di indirizzo che dava mandato a un rappresentante dei tre comuni in seno all'Euregio Tirol di monitorare l'iter innescato dal referendum del 2007. I lavori ripresero il 25 gennaio 2019, quando si ricostituì un comitato referendario, dopo un lungo periodo di inattività, con due rappresentanti di ciascun comune e Paolo Frena, sindaco di Colle Santa Lucia, a coordinare, a definire un nuovo programma di lavoro. In questo comitato sono stati nominati Flavio Lancedelli e Roberto Pompanin, da parte del consiglio comunale di Cortina, nella seduta di mercoledì scorso, che ha innescato le reazioni dei diversi gruppi politici. Per chiarire ogni aspetto della vicenda, l'Union de i Ladis d'Ampezzo, con la presidente Elsa Zardini, ha convocato una riunione informativa, con la presenza dei consiglieri comunali, oggi alle 20.30. In questa sede il sindaco Gianluca Lorenzi sarà chiamato a spiegare la posizione della sua amministrazione, in merito al referendum del 2007. Dalla minoranza sono già emerse alcune posizioni quantomeno tiepide, nel consiglio della scorsa settimana, a cominciare dall'ex sindaco Gianpietro Ghedina, che ritiene indelicato riproporre questo tema, a poche settimane dal voto politico e con i numerosi, stretti accordi e collaborazioni in atto con la Regione Veneto.

Ultimo aggiornamento: 13:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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