Coronavirus, genitori divorziati: padri non possono più vedere i figli

Lunedì 23 Marzo 2020 di Olivia Bonetti
Rapporti spesso difficili tra genitori divorziati
FELTRE - Padri e madri separati ai tempi del coronavirus. Chi non riesce più a far fronte alle spese quotidiane, chi deve accontentarsi di vedere i figli in videochiamata, chi ha solo 68 cent sul conto e 4 bimbi da mantenere. Sono l’altro lato della medaglia della quarantena obbligata, quello ancor più drammatico, se possibile, della situazione che stiamo vivendo tutti.

L’AVVOCATO
In questi giorni squilla incessante il telefono dello studio dell’avvocato Roberta Resenterra, in largo Castaldi a Feltre. Dall’altra parte della cornetta le domande di mamme e papá disperati. «Per chi, come me, ama il suo lavoro e lo considera un servizio – spiega l’avvocato Roberta Resenterra -, in alcuni momenti quasi una missione, ogni giorno e anche oggi la voglia di combattere ti sorregge e ti fa sopportare il peso dello sconforto per tutto quanto sta accadendo. La situazione di grave emergenza che si sta vivendo in questi giorni scoperchia il vaso delle situazioni familiari in cui la crisi latente o era già in atto, con l’aumento delle difficoltà nel mantenimento e nella gestione dei figli. L’attività degli avvocati non può fermarsi ora, quantomeno per poter dare telefonicamente un consiglio».
 
LA DISTANZA
«Come posso fare per vedere ora mio figlio di 3 anni?», chiede un padre feltrino. C’è in corso una causa di separazione con la madre del bimbo, preceduta da un decreto di ammonimento del Questore per violenza domestica. «Il figlio posso vederlo solo in luogo pubblico, alla presenza della madre accompagnata da una terza persona – spiega - per sicurezza e fino a 10 giorni fa ci incontravamo in biblioteca. La consulente nominata dal Giudice ha consigliato di andare al parco e incontrateci lì. Ma ora hanno chiuso i parchi e comunque in caso di controlli ci dicono che non si può?». In questo caso il consiglio è stato di organizzare gli incontri sotto casa e, in caso di controlli, mostrate le condizioni di separazione e l’autocertificazione. Nella stessa situazione una madre feltrina: «I nostri tre figli dovrebbero andare a trascorrere ogni due settimane a Mantova dal padre, cosa devo fare, mandarli?». La risposta è «assolutamente no, prevale il buon senso oltre che lo stato di necessità e quindi serve organizzare la migliore gestione dei figli con telefonate o videochiamate quotidiane, tenendo conto delle direttive che ci sono state impartite a tutela della salute nostra e di quella della collettività».
LA CRISI
Un padre feltrino: «Dal punto di vista economico posso sospendere il contributo per il mantenimento dei miei figli visto che non lavoro?». In questo caso non c’è emergenza che tenga: l’assegno divorzile va comunque versato, i figli hanno bisogno del contributo economico di entrambi i genitori, «versi quello che riesce – spiega l’avvocato - se non dovesse avere la somma prevista in separazione o divorzio, ma continui a versare il mantenimento».
L’ESEMPIO
Il caso più delicato, infine, è quello di una moglie, mamma di quattro figli, senza lavoro e con un marito, allontanato da casa dal Tribunale per i Minorenni, che versa solo il mantenimento ordinario di 600 euro al mese e nulla per le spese straordinarie, e che non corrisponde da mesi la rata del mutuo sulla casa coniugale assegnata alla moglie ove vive con i figli. La drammaticità è amplificata dal fatto che per cercare di far fronte a tutte le spese quotidiane la moglie, quando i bambini la mattina erano a scuola o all’asilo, svolgeva le faccende domestiche a qualche anziano vicino di casa, riuscendo a racimolare qualche centinaio di euro. «Ora i bambini sono a casa tutto il giorno e devo badare a loro: quel minimo introito che mi permetteva di non sprofondare non c’è più. Sono disperata. Cosa posso fare? Ho 0,68 centesimi nel conto corrente, e a oggi mio marito non mi ha ancora versato il mantenimento per i nostri 4 figli. Ho scritto a tutti, anche al Presidente della Repubblica e il suo segretario mi ha risposto che ha interpellato il Prefetto di Belluno per la mia situazione, forse qualcuno mi aiuterà, già il Comune di Feltre mi ha pagato tre rate di mutuo sulla casa e grazie a qualche contributo per famiglie in difficoltà sto pagando la retta della mensa scolastica dei bambini. Ma ora la Banca venderà la casa all’asta e ci troveremo tutti senza un tetto, io e i miei 4 figli».
Ultimo aggiornamento: 11:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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