Il presidente della Provincia: «Qui contagi più contenuti dell'arco alpino, fate partire il turismo»

Lunedì 11 Maggio 2020 di R.B.
In provincia è più facile far rispettare il distanziamento sociale
«Servono linee guida chiare per poter riavviare l’attivià alberghiera e costruire una stagione estiva all’insegna dell’ospitalità in piena sicurezza». Rompe gli indugi il presidente della provincia, Roberto Padrin. Chiede di seguire il modello dell’Alto Adige sulle riaperture della ricettività e, con i dati in mano, scalpitante preme sull’acceleratore. «Il nostro territorio è tra i meno colpiti dal Covid di tutto l’arco alpino» sostiene. Ed è quanto basta per chiedere di ripartire. Ma non con carta bianca, con le regole.
LA FOTOGRAFIA
Secondo i numeri del Ministero della Salute (aggiornati a sabato), la provincia di Belluno conta 1.146 soggetti contagiati da coronavirus. Sul totale della popolazione bellunese (202.950) significa lo 0,56%. Solo la provincia di Verbano-Cusio-Ossola ha un numero, pesato, inferiore (1.075, lo 0,68% della popolazione). Tutti gli altri territori dell’arco alpino fanno, invece, segnare dati diversi: 1.280 Sondrio (0,71% della popolazione), 1.552 Aosta (1,2% della popolazione), 2.567 Bolzano (0,48% della popolazione) e 4.292 Trento (0,79% della popolazione).
«DATI SIGNIFICATIVI»
«Siamo il secondo territorio alpino - tira dritto Padrin - sia per basso numero di contagi, sia per scarsa incidenza del virus rispetto alla popolazione totale. Questi dati sono piuttosto significativi. Non ci dicono che dobbiamo abbassare la guardia, ma ci lanciano una grande opportunità per il nostro turismo, soprattutto quest’anno in cui la montagna potrà fare la differenza rispetto ad altre località. Come ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, teorico del distanziamento sociale, “in montagna il rischio di contrarre il virus è piuttosto basso, mentre se si va in contesti affollati è diverso”».
IL DERBY CON IL MARE
Nello sfondo c’è la sfida con le altre località ma è chiaro che, in termini di distanziamento sociale, la montagna può offrire quella tranquillità che altrove non può essere garantita. «Con questi numeri - prosegue il presidente Padrin - la nostra montagna bellunese dimostra di essere anche tra le più sicure dell’arco alpino. La rete di piccoli alberghi, molti a gestione famigliare, senza affollamenti; i rifugi; i sentieri da cui è possibile ammirare le nostre Dolomiti senza rischio di assembramenti; il gran numero di seconde case e la vicinanza a Venezia e alla pianura veneta in un’annata che prediligerà il “turismo di prossimità” possono essere le carte vincenti del Bellunese».
RETE DI ACCOGLIENZA
«I nostri operatori, gli albergatori, il sistema dell’accoglienza da settimane mostrano la grande volontà di ripartire, nel pieno rispetto delle misure anti-contagio. Proprio per questo motivo - prosegue - abbiamo bisogno di certezze sui tempi e sui modi delle riaperture, per non essere impreparati. Credo che potremmo addirittura pensare a una ripartenza anticipata, come quella dell’Alto Adige. Del resto, i due territori sono omogenei, accomunati dagli stessi caratteri dolomitici, e anche dal buon funzionamento del sistema sanitario locale e dalla salubrità, ben testimoniati dai numeri bassi del contagio».
Ultimo aggiornamento: 09:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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