Tre decessi in casa di riposo, un figlio: «Così è morta mia madre»

Martedì 14 Aprile 2020
Tre anziane morte in poche ore in casa di riposo
BORGO VALBELLUNA  - «È un mistero quello che è successo in quella casa di riposo: non le hanno protette». È disperato Maurizio Comiotto, di Mel. Ha perso la mamma Luigia Feltrin, 92 anni ancora da compiere originaria di Carve, contagiata di coronavirus nella struttura per anziani di Quartiere Europa: non la vedeva da 40 giorni. I suoi fratelli, invece, erano riusciti a parlarci per qualche minuto il 17 marzo scorso: il personale della casa di riposo aveva telefonando, comunicando l’aggravamento della donna, e aveva permesso di salutarla uno ad uno, con mascherina e distanze. Nessuno sapeva, però, che già allora la donna era positiva al covid 19. Così come altre ospiti del centro. E infatti Luigia non è l’unica vittima di queste ore. Sono morte anche Teresina Battiston, 92 anni anche lei con coronavirus ieri mattina, e poche ore prima Maria Lorenzet, vedova Da Re di 84 anni. Prima di Pasqua era toccato a Maria Marcon, vedova Righes, 87enne, anche lei contagiata. Tutte erano nella casa di riposo di Mel. Cosa è andato storto?
LA TESTIMONIANZA
«L’ultima volta che ho visto mia mamma - racconta Maurizio Comiotto - era ai primi di marzo. Io scherzavo con lei sul virus e sul fatto che non sarebbe più potuta andare a messa. Mia mamma infatti era molto religiosa. Mi aveva detto ridendo: “Sarai contento che non ci posso più andare”. Ma non nascondeva la paura per questo virus. Lì dentro tutte le ospiti avevano paura. Tanta. Sentivano le notizie alla televisione e erano tutte molto preoccupate». Come previsto dalle norme anti-contagio, in quei giorni, vengono vietate le visite dei parenti e la casa di riposo viene di fatto “chiusa” a qualsiasi esterno, eccetto il personale. È un rebus quindi di come il virus sia entrato nella struttura. «Da quel momento un silenzio totale - prosegue Comiotto - hanno barricato le porte e per sapere qualcosa dovevamo telefonare ripetutamente prima di trovare qualcuno con cui parlare. Il 17 marzo ci chiamano per dirci che si era aggravata e che saremmo potuti entrare». Maurizio non arriva in tempo, ma due dei suoi 3 fratelli riescono a salutare la mamma. «Sono entrati uno alla volta con le mascherine - prosegue - ma in quel momento il tampone non era stato fatto. Non si sapeva che era positiva. Non è vero quello che si dice, ovvero che si stanno facendo tamponi a tappeto. Forse nelle piazze, ma nelle case di riposo si è iniziato tardi e si procede a campione». Passano altri giorni prima che la casa di riposo comunichi che Luigia sì era positiva. Era il 2 aprile. «Tutto sembrava irreale - racconta - dal momento della telefonata del medico che ci ha detto che il tampone era positivo ho dovuto richiamare alla sera per avere conferma. Non ci credevo. Abbiamo subito chiamato il numero della Usl ma erano già passati 15 giorni e ci han detto che quindi non serviva alcun isolamento». Ieri la chiamata che non avrebbe mai voluto ricevere: «Sua madre è morta». «Non ha potuto avere nemmeno l’estrema unzione e noi non potremo vederla neanche da morta. Almeno siamo riusciti a rispettare la sua volontà di non essere cremata: verrà sepolta nel cimitero di Carve».
LO SFOGO
«Dalla struttura - afferma Maurizio Comiotto - c’è stato il silenzio totale. Dicono che la causa di morte sono altre ma erano positive. Han barricato le porte quel giorno e più nulla. Non sappiamo come siano state contagiate, quante: in camera con mia madre c’era un’altra ospite. Il 3 aprile ho anche scritto una mail al sindaco Cesa, per avere notizie, ma non ho ricevuto risposta». «Giovedì ho avuto conferma della positività di mia mamma - scriveva nella mail il figlio - dopo aver cercato di chiamare per diverse volte l’infermiera. Capisco il momento difficilissimo per tutti, ma non giustifico la mancanza di trasparenza con i famigliari più stretti».
Olivia Bonetti
Ultimo aggiornamento: 08:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci