I bus non arrivano o non bastano a Belluno, i disagi raccolti in un dossier: dall'anziana rimasta fuori casa alla studentessa a piedi

Martedì 19 Settembre 2023 di Federica Fant
I bus non arrivano o non bastano a Belluno, i disagi raccolti in un dossier: dall'anziana rimasta fuori casa alla studentessa a piedi

BELLUNO - Davanti alla prefettura, dalle 15 alle 18 di ieri, c’erano anche rappresentanti di Giovani&Futuro, che sono riusciti a farsi accogliere dal prefetto Mariano Savastano per rappresentargli anche la voce degli utenti: studenti, lavoratori e comuni cittadini che si servono del trasporto pubblico locale per studio, lavoro e altre necessità. Gli hanno consegnato un documento in cui hanno raccolto una serie di testimonianze di persone che hanno incontrato disagi negli ultimi giorni per spostarsi dalle zone alte a Belluno
Il movimento è nato in Comelico e in Cadore circa un anno fa per la questione legata al taglio dell’Iva sul pellet e sulla legna da ardere. Ne fanno parte amministratori giovani. «Proviamo a far qualcosa di diverso - dicono -. Siamo partiti da un approccio amministrativo, inizialmente voleva essere un movimento territoriale, poi è diventato di respiro nazionale.

Siamo giovani ma l’elemento che ci mette tutti sullo stesso piano è il futuro, nel gruppo ci sono persone di tutte le età, compreso un iscritto di 89 anni». 


VIAGGIO IN AUTOBUS
Sotto Palazzo dei Rettori, ieri c’erano dunque il presidente del movimento, Luca Frescura e Thomas Menia Corbanese, responsabile per l’Istruzione. La speranza di Giovani&Futuro era una sola: «Portare la voce di tanti lavoratori e tanti studenti che in questi giorni abbiamo ascoltato. Dal primo di giorno di scuola abbiamo passato la mattinata alle fermate degli autobus del Cadore e del Comelico. Oggi siamo scesi in autobus per condividere il disagio di lavoratori e studenti di quella che di solito è un’odissea. Non è un viaggio. Siamo arrivati a Belluno, abbiamo ascoltato tanti studenti e tanti lavoratori. Tante storie simili che però meritano di essere raccontate». 


I RACCONTI
Come il caso della signora anziana che non ha la patente e che per fare delle analisi, nei giorni scorsi, era partita alle 6 di mattina per tornare a casa alle 8 di sera. Oppure la ragazza delle medie che, rimasta a piedi, è stata portata al lavoro dalla madre, ma solo grazie al fatto che era sabato e quindi era di riposo. E poi ci sono altri ragazzi ai quali, saltata la corsa, si sono visti costretti a fermarsi a Belluno, aspettando che la mamma terminasse il turno di lavoro per andarli a prendere. Altri hanno raccontato di non aver potuto raggiungere il luogo di lavoro. Altri ancora di non trovare mai posti a sedere e che il viaggio in piedi risulta anche pericoloso, in alcuni tratti. 


COSTI AUMENTATI
«Questo appoggio sui genitori – prosegue Luca Frescura -, dopo che utenti, lavoratori e studenti hanno pagato l’abbonamento, un abbonamento che ha visto anche degli aumenti, non è accettabile. Abbiamo chiesto al prefetto di partecipare al tavolo, ma ben prima l’avevamo inviata anche a Dolomitibus. L’approccio vuole essere propositivo, non battagliero. L’importante è trovare soluzioni al problema, noi vogliamo che si arrivi a una soluzione. È quello che si meritano le persone. Siamo qui, speriamo di poter avere la possibilità per parlare». 


RIENTRI DIFFICILI
Degli studenti in particolare parla Thomas Menia Corbanese: «Sono preoccupato per gli studenti, da responsabile nazionale dell’Istruzione. Il diritto allo studio, in questo caso, è messo in serio pericolo perché tanti studenti partono dalle zone più periferiche, scendono a scuola a Belluno e rischiano di poter arrivare all’istituto di riferimento o di poter ritornare a casa. Molto spesso i ragazzi ci informano che le corse che saltano maggiorente sono quelle del rientro. Gli studenti che finiscono la giornata devono tornare a casa il pomeriggio, magari hanno lo sport, devono fare i compiti studiare e non riescono a rientrare a casa e restano, magari come oggi, sotto la pioggia per ore ad aspettare un autobus ce forse arriverà, forse non arriverà perché nessuno sa nulla».

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