Due medici vanno in pensione: nel Bellunese trasfusioni a rischio

Lunedì 25 Novembre 2019
Due medici vanno in pensione: nel Bellunese trafusioni a rischio
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BELLUNO - Meno medici, meno sangue. La scarsità di dottori che si verrà a creare nel Centro trasfusionale bellunese con due medici che andranno in pensione nei prossimi mesi potrebbe mettere in crisi l'intero sistema sangue e la generosità dei donatori. Il grido d'allarme ieri dall'Associazione bellunese volontari sangue (Abvs) nell'assemblea autunnale. Un incontro ricco di ospiti e aggiornamenti, in cui però tutti hanno guardato con preoccupazione alla programmazione del 2020, considerata la messa in quiescenza di due dei medici operativi al Centro Trasfusionale di Belluno (il primario Stefano Capelli che andrà in pensione con il 31 marzo prossimo e il  dottor Ivan Pirola, che terminerà il lavoro il 31 dicembre 2019). Tra l'altro solo per un medico è stata avviata a procedura concorsuale: se si sarà fortunati, vista la carenza di dottori, per due camici bianchi in partenza ne arriverà solo uno. 
L'ASSEMBLEADopo un'introduzione della presidente Gina Bortot, ha preso la parola Gianluca Corsetti, presidente del Comitato d'Intesa e del Csv Belluno, poi Alberto Argentoni che ha portato le novità dalla Fondazione Tes, da sempre impegnata nella ricerca sulla medicina rigenerativa. Il centro trasfusionale di Belluno, infatti, è stato teatro di uno dei progetti di ricerca avente ad oggetto una membrana leuco fibrino piastrinica ottenuta dalla lavorazione del plasma dei donatori. Hanno chiuso l'intervento Alessio Borean, referente del Dimt di Belluno per il progetto, ed Gaetano Caloprisco, direttore del reparto all'epoca dell'inizio dell'attività di ricerca. Francesca De Biasi, coordinatrice del Fondo Welfare, nel quale erano confluiti 40mila euro donati dall'Abvs un anno fa, ha relazionato gli associati sull'utilizzo delle risorse.
LA CRISISulla mancanza di medici e la possibile crisi con il pensionamento di due dottori ha parlato Giovanni Roveroni, nuovo diretto del Crat (Centro Regionale Attività Trasfusionali). Ha riconosciuto le difficoltà oggettive a livello regionale nel reperire medici trasfusionisti. Ha spiegato che i problemi non si fermano al momento della raccolta, ma anche alla successiva gestione e lavorazione della sacca: si può tamponare l'emergenza della mancanza di medici che gestiscono i prelievi ma mancano poi le professionalità per la trasformazione. La soluzione potrà essere trovata solo attraverso la condivisione e la collaborazione di tutti gli enti che operano nella filiera trasfusionale. Della stessa opinione è stato Capelli, direttore del Dimt di Belluno. Il presidente della Provincia, Roberto Padrin, da sempre donatore, ieri presenta all'assemblea, ha assicurato che farà tutto quanto di propria competenza per far sì che l'eccellenza bellunese sia salvaguardata. La chiusura è stata affidata a Giorgio Brunello, presidente Avis Veneto che da tempo ha denunciato la cronica carenza di personale medico trasfusionista in regione. Una battaglia che, quindi, sarà combattuta da tutti, insieme.
Ultimo aggiornamento: 11:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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