«Io, originario del Libano, sono vicino al pensiero della Lega Nord». Lo afferma Ali Chreyha, assessore alla Sanità e alle Politiche sociali del Comune di Longarone, oltre che medico di base, apprezzato e conosciuto per il suo lavoro nel territorio. Insomma, un esempio perfetto di integrazione. «Sono arrivato qui in Italia quando ero studente - racconta - e ho vissuto tutta la trafila a livello politico: partendo dalla Prima Repubblica, passando per la Seconda con l'avvento di Berlusconi, arrivando poi ai giorni nostri. All'inizio ero socialista, ma poi il mio pensiero è progressivamente cambiato». Fino ad avvicinarsi al Carroccio.
Un'anomalia per un immigrato? «Premetto che ciò che dicono i vertici della Lega, e il leader Matteo Salvini in particolare, è da prendere un po' con le pinze. Non sposo ogni concetto a 360 gradi. Ma della Lega ho sempre apprezzato le sue priorità: in primis, far vivere in maniera dignitosa i propri cittadini. E non è affatto vero che il Carroccio ostacola l'integrazione: semplicemente, viene integrato solo chi lo merita. Così facendo, vengono meno gli episodi di delinquenza e criminalità. Ed è ciò che noi vogliamo: va nell'interesse di tutti, compresi gli immigrati». «Tanti sono costretti a scappare dalle loro case a causa della guerra? Sì, ma non tutti: siriani e iracheni, per esempio, rappresentano appena un quinto degli immigrati che arrivano in Italia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Un'anomalia per un immigrato? «Premetto che ciò che dicono i vertici della Lega, e il leader Matteo Salvini in particolare, è da prendere un po' con le pinze. Non sposo ogni concetto a 360 gradi. Ma della Lega ho sempre apprezzato le sue priorità: in primis, far vivere in maniera dignitosa i propri cittadini. E non è affatto vero che il Carroccio ostacola l'integrazione: semplicemente, viene integrato solo chi lo merita. Così facendo, vengono meno gli episodi di delinquenza e criminalità. Ed è ciò che noi vogliamo: va nell'interesse di tutti, compresi gli immigrati». «Tanti sono costretti a scappare dalle loro case a causa della guerra? Sì, ma non tutti: siriani e iracheni, per esempio, rappresentano appena un quinto degli immigrati che arrivano in Italia».