ALPAGO - Tra due settimane il profilo panoramico di Schiucaz non sarà più lo stesso. In un modo, o nell'altro. È stato annunciato da Veneto Strade, con un comunicato diffuso ieri pomeriggio, infatti, che è pronto il Piano Operativo per demolire la frana. È iniziato ieri mattina e il lavoro dovrebbe concludersi nel giro di 2 settimane. Il tutto nella salvaguardia delle case sottostanti, le 15 abitazioni (delle quali 3 sede di impresa) da dove sono stati evacuati i 17 sfollati. L'aggiornamento sulla frana e il piano operativo di Veneto Strade è stato diffuso ieri pomeriggio anche dall'assessore regionale Gianpaolo Bottacin nel suo post sul profilo Facebook: «Ecco come faremo a sistemare la frana di Schiuca». L'assessore, con l'emergenza Vaia, ha preso in carico il dissesto e segue in tempo reale l'evolversi della situazione.
IL PIANO
«Il piano di azione - spiegano da Veneto Strade nella nota - prevede l'utilizzo di esplosivo per alleggerire la parte sommitale della frana. Da questa mattina (ieri ndr) i tecnici di Veneto Strade stanno lavorando per realizzare un accesso in alto in modo da posizionare un sistema di allarme automatico e realizzare piccole perforazioni per posizionare le cariche. Contemporaneamente verranno posizionati dei container zavorrati a formare una barriera, lungo la strada, a protezione delle abitazioni». «L'obiettivo è di demolire con l'esplosivo la sola parte in alto della frana spiega il direttore generale di Veneto Strade, Silvano Vernizzi stiamo parlando di circa 2500 metri cubi di materiale argilloso, molto addensato. Subito dopo si procederà ad eliminare la parte incombente del piede di frana con mezzi meccanici». «Un lavoro che dovrebbe iniziare e concludersi nel giro di 2 settimane - conclude la nota -, sempre che in questo periodo non ci sia il distacco autonomo della parete». Il tecnico scelto per demolire i tronconi del ponte Morandi è quello che lavorerà per tirare giù la frana. Si tratta di Danilo Coppe, geominerario esplosivista diplomato all'istituto agordino Follador, che interverrà con delle microcariche.
L'INCOGNITA
Ed è questa l'incognita dei lavori: la frana, fatta di roccia molto tenera, che si sgretola tra le mani, potrebbe non resistere alle piogge che a fine maggio non stanno dando pace. Nella giornata di lunedì ci sono stati diversi distacchi e massi molto grossi incombono su alcune abitazioni di Schiucaz. Inoltre, quando sabato i residenti sono potuti rientrare per alcuni minuti per recuperare dei beni, si sono accorti di crepe allargate sulle loro abitazioni e altri particolari che fanno comprendere come il movimento del dissesto abbia di fatto già segnato il paese. Sparita ormai invece la strada, la sp5 di Lamosano, dove l'asfalto non c'è più e dove sarà necessario ricrearla ex novo.
IL DOPO
La certezza è che il profilo panoramico del paese, skyline come si dice oggi con una parola inglese (tradotto linea del cielo) non sarà più lo stesso. La montagna di roccia che sovrasta Schiucaz, e che ha comportato l'evacuazione, non ci sarà più.
Olivia Bonetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PIANO
«Il piano di azione - spiegano da Veneto Strade nella nota - prevede l'utilizzo di esplosivo per alleggerire la parte sommitale della frana. Da questa mattina (ieri ndr) i tecnici di Veneto Strade stanno lavorando per realizzare un accesso in alto in modo da posizionare un sistema di allarme automatico e realizzare piccole perforazioni per posizionare le cariche. Contemporaneamente verranno posizionati dei container zavorrati a formare una barriera, lungo la strada, a protezione delle abitazioni». «L'obiettivo è di demolire con l'esplosivo la sola parte in alto della frana spiega il direttore generale di Veneto Strade, Silvano Vernizzi stiamo parlando di circa 2500 metri cubi di materiale argilloso, molto addensato. Subito dopo si procederà ad eliminare la parte incombente del piede di frana con mezzi meccanici». «Un lavoro che dovrebbe iniziare e concludersi nel giro di 2 settimane - conclude la nota -, sempre che in questo periodo non ci sia il distacco autonomo della parete». Il tecnico scelto per demolire i tronconi del ponte Morandi è quello che lavorerà per tirare giù la frana. Si tratta di Danilo Coppe, geominerario esplosivista diplomato all'istituto agordino Follador, che interverrà con delle microcariche.
L'INCOGNITA
Ed è questa l'incognita dei lavori: la frana, fatta di roccia molto tenera, che si sgretola tra le mani, potrebbe non resistere alle piogge che a fine maggio non stanno dando pace. Nella giornata di lunedì ci sono stati diversi distacchi e massi molto grossi incombono su alcune abitazioni di Schiucaz. Inoltre, quando sabato i residenti sono potuti rientrare per alcuni minuti per recuperare dei beni, si sono accorti di crepe allargate sulle loro abitazioni e altri particolari che fanno comprendere come il movimento del dissesto abbia di fatto già segnato il paese. Sparita ormai invece la strada, la sp5 di Lamosano, dove l'asfalto non c'è più e dove sarà necessario ricrearla ex novo.
IL DOPO
La certezza è che il profilo panoramico del paese, skyline come si dice oggi con una parola inglese (tradotto linea del cielo) non sarà più lo stesso. La montagna di roccia che sovrasta Schiucaz, e che ha comportato l'evacuazione, non ci sarà più.
Olivia Bonetti