​Gabriella e Yvonne, le due sorrelle che dalla Germania scoprono le antiche radici in Alpago

Giovedì 30 Agosto 2018 di Marco D'Incà
Gabriella e Yvonne, le due sorrelle che dalla Germania scoprono le antiche radici in Alpago
ALPAGO - Ricostruire un intero albero genealogico. Dare un nome, un volto e un'identità a parenti sparsi in varie zone del vecchio continente. E poi ritrovarsi tutti insieme, per riannodare quel filo con il passato che, in fondo, è la chiave per accedere al futuro. Arriva dall'Alpago una storia di emigrazione e di scoperta delle proprie origini. È la storia delle sorelle D'Alpaos: Gabriella e Yvonne. Risiedono in Germania, ma da sempre, ogni dodici mesi, il loro cuore le spinge a imboccare la strada che conduce a Tignes: nel caso di Yvonne, anche con il marito tedesco e la figlia Renée. Proprio Renée ha tessuto i legami di parentela della famiglia. In che modo? Partendo dai nonni paterni, Natale D'Alpaos (classe 1867) ed Elena Bortoluzzi (classe 1882), e seguendo poi le varie diramazioni dei  loro cinque figli. In questo senso, si sono rivelate particolarmente preziose le informazioni fornite dagli Amici del Museo, un gruppo di volontari che, da dodici anni, trascrivono e digitalizzano i registri parrocchiali di Pieve d'Alpago. E catalogano in maniera minuziosa e certosina tutte le informazioni raccolte. Ebbene, è proprio questo lungo e nobile lavoro di ricerca ad aver permesso a Gabriella, Yvonne e Renée di realizzare un dettagliatissimo albero genealogico con i dati e le foto (sia in formato digitale, sia cartaceo) dei vari componenti della famiglia. Alcuni parenti abitano ancora in Italia, altri in Svizzera e in Germania. L'importante ricerca ha portato poi a un risultato concreto, sfociato nell'emozionante ritrovo dei discendenti D'Alpaos-Bortoluzzi.
IL RITROVOUn ritrovo che è avvenuto al bar-gelateria Centrale di Pieve: «Durante il pranzo - spiegano i protagonisti - abbiamo potuto rivedere vecchie immagini, condividere aneddoti e ricordi, scanditi da tantissime risate. E ritrovare poi parenti lontani, dopo aver conosciuto meglio le loro origini». Un momento, quindi, di altissimo valore umano e di straordinario impatto emotivo: «Nonostante le vicissitudini della vita e l'attività lavorativa allontanino frequentemente le persone dal luogo d'origine e dai propri cari, rimane inalterato l'affetto per quello che si è lasciato. E forte il desiderio di mantenere il legame con il territorio e la comunità». In altri termini, è stato un incontro-confronto fra generazioni, visto che, allo stesso tavolo, hanno preso posto anziani, adulti e bambini. Ognuno con il proprio bagaglio di esperienze, da tramandare o semplicemente da accogliere. Come un dono, utile per spalancare le porte al domani con rinnovata fiducia. 
Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 11:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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