CORTINA - «Sono amareggiato - afferma Fabrizio Carbonera, presidente della società Cortina Airport, della diatriba che scoppiata a livello social in merito alla necessità ribadita da Daniela Santanchè di avere a Cortina un piccolo aeroporto, tipo quello di Asiago.
I permessi dall’Enav per piccoli velivoli, aeromobili fino a 19 posti, ci sono. L’aeroporto costruito dopo le Olimpiadi del ‘56 è funzionate per gli elicotteri, si tratterebbe di estenderlo per anche per aeromobili di piccole dimensioni, il tutto porterebbe a Cortina un beneficio in termini economici stimato in 20 milioni di euro l’anno e 60 nuovi posti di lavoro.
La realizzazione di questo aeroporto sarebbe del tutto finanziata da privati, il Comune di Cortina non dovrebbe sborsare nulla. Inoltre per quanto riguarda il rumore il rumore, gli aeromobili previsti, di 3a e 4a generazione, stando alle tabelle Easa di certificazione internazionale, hanno un impatto sonoro di molto inferiore agli elicotteri sia in decollo sia in atterraggio che in sorvolo, in decollo all’altezza del Campanile della parrocchiale il sorvolo avviene circa all’altezza del rifugio Duca d’aosta e il tempo di attraversamento è pari a 20” contro il minuto di percezione dell’elicottero. «Penso che l’osservazione dell’onorevole Santanchè, che ben conosce la realtà ampezzana trascorrendo molto tempo in valle (in una casa in affitto) non fosse una lamentela personale, ma un’opinione condivisibile anche da chi abita nel territorio».
Concorde il Presidente del Distretto turistico delle Dolomiti Bellunesi Gherardo Manaigo che ritiene saranno vincenti, da qui a 20 anni, solo le località che potranno disporre di collegamenti veloci con un aeroporto internazionale, come nel caso di Cortina è quello di Venezia. «Il commissario De Rogatis aveva dato attenzione a questo nostro progetto - afferma ancora Carbonera - aprendo un tavolo per approfondire nei modi più corretti un progetto, di cui si parla da decenni senza arrivare a nessuna conclusione». «Tenga presente - prosegue Carbonera - che è stata una vera e propria sparizione quella della pratica avviata dal dottor De Rogatis, con un rifiuto di mettercela a disposizione e successivi depistaggi dell’amministrazione comunale. Un non voler affrontare il problema per paura di perdere consensi, dando retta all’opinione di incompetenti del settore o di persone che poco hanno a che fare con la comunità e creano solo sconcerto e paura».