Belluno, una delle reti idriche peggiori d'Italia: «In città molta acqua non è buona»

Mercoledì 23 Marzo 2022 di Davide Piol
La rete idrica di Belluno è una delle peggiori d'Italia

BELLUNO - Sono sufficienti tre dati, comunicati ieri dal presidente di Bim Gsp Attilio Sommavilla, per comprendere la gravità della situazione: «Circa il 90% degli impianti che costituiscono la rete idrica bellunese ha più di 40 anni»; «Un bicchiere (o litro, o goccia) d’acqua su cinque spesso non è buono o non rispetta i parametri richiesti»; «Per anni non è stata fatta alcuna programmazione (e quindi investimenti e interventi, ndr)».

Questa è la situazione che Sommavilla si è trovato tra le mani un anno e mezzo fa e che spiega bene la fotografia scattata l’altro giorno dall’Istat secondo cui Belluno è tra i capoluoghi più “spreconi” d’Italia. Quasi 7 litri d’acqua su 10 che vengono immessi nella rete non raggiungono il cittadino.

«ANNI PER RIPIANARE IL DEBITO»
«Noi abbiamo un problema molto grande con le perdite» confessa Sommavilla. E questo dipende dal fatto che per anni «l’obiettivo è stato quello di ridurre il debito della società» a discapito della programmazione e degli interventi necessari per sistemare i sistemi idrici e fognari bellunesi. In altre parole, per tamponare il buco finanziario si è deciso di chiudere gli occhi verso gli altri buchi, quelli nei tubi sparsi sul territorio che in alcuni punti pompano acqua verso l’esterno sprecando ingenti risorse che dovrebbero arrivare nelle case. Il presidente di Bim Gsp tranquillizza però i cittadini spiegando che «oggi l’obiettivo è completamente diverso». Si vuole recuperare tutto ciò che non è stato fatto in passato o per lo meno mettere le basi per una programmazione seria che possa asciugare la palude in cui l’ente si è impantanato. Circa il 70% degli investimenti dei prossimi 12 anni è legato alle fognature. Questo permetterà di ridurre al massimo i danni ambientali, ma è necessario pensare anche alla rete idrica perché, chiarisce Sommavilla, «se ci sono tante perdite e l’acqua esce, vuol dire che allo stesso tempo qualcosa entra» e quella che arriva nelle case spesso non è buona. Sembra un vicolo cieco ma la via per uscire da questa situazione è già stata imboccata. «Intanto – continua Sommavilla – abbiamo venduto le azioni di Ascotrade, ricavandone circa 21 milioni di euro. Poi stiamo chiedendo contributi legati al Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per un importo quasi uguale». Soldi che dovrebbero permettere di migliorare la rete idrica ma anche di ripianare il debito della società che si aggira intorno ai 30 milioni di euro: «Chiuderemo l’anno con un utile di circa 17 milioni di euro – rassicura il presidnete di Bim Gsp – e soprattutto ci sarà un equilibrio di forze finanziarie che la società non ha mai avuto».

COSA SERVE
Al primo punto dell’agenda c’è il miglioramento del sistema idrico. Soltanto per la modellazione della rete in provincia sono stati chiesti 15 milioni di euro. L’intento è di «costruire un percorso che faccia capire dove sono le perdite, dove le tubature vetuste, e intervenire di conseguenza» perché la maggior parte dei punti in cui l’acqua esce non è ancora stata trovata. Si comprende, di conseguenza, quanto sia urgente predisporre il rilievo di tutta la rete idriche e installare strumenti e sensori per la pre-localizzazione delle perdite. Le idee sono tante: dall’installazione di micro centrali idroelettriche dove ci sono sbalzi di pressione, alla divisione del territorio in quartieri e aree localizzate, all’investimento in risorse umane. L’obiettivo invece è unico: acqua pulita a un prezzo adeguato.

RINCARI
L’ultimo rincaro di circa il 10% (25-30 euro all’anno per famiglia) sulle bollette è in linea con la media nazionale. «L’importante – riflette Sommariva – è far capire alla gente che non sono soldi buttati nel baraccone del Bim Gsp e basta ma hanno una destinazione e un obiettivo precisi. Io, da cittadino, mi preoccupo dell’aumento solo se poi non segue nulla». Ora bisogna passare ai fatti. Stando a quanto riportato dal presidente di Bim Gsp serviranno circa 120 milioni di euro per un piano di investimenti adeguato.
 

Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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