BELLUNO - Non solo sistemazione delle condotte: anzitutto, un lavoro di conoscenza della rete. A finire sotto la lente di ingrandimento saranno 1600 chilometri di tubazioni, 36 tronchi acquedottistici dislocati in tutta la provincia. Lo sforzo di Bim Gsp per ridurre le perdite è iniziato a pieno ritmo: il rilievo e l'analisi idraulica sulla rete saranno il primo step del maxi-progetto da 25,6 milioni, finanziato con fondi Pnrr.
AL LAVORO
«Un progetto titanico», come l'ha definito lo stesso numero uno della società, Attilio Sommavilla: far calare al 35 percento le perdite in rete entro 2 anni. Per lo studio approfondito della rete si comincia con un appalto da 5 milioni di euro, ripartito in 2 lotti d'indagine. Ad aggiudicarsi l'incarico sono stati due raggruppamenti temporanei di imprese, 14 società italiane ed europee con alle spalle una lunga esperienza nel settore della modellistica idraulica. Il via agli studi previsto già per l'autunno prossimo: 5 delle imprese vincitrici saranno impegnate nell'analizzare la rete dei comuni di Belluno, Sedico, Sospirolo, Ponte nelle Alpi, Alpago, San Gregorio, Limana e Borgo Valbelluna; le altre 9, a studiare gli acquedotti di Feltre, Seren, Pedavena, Cesiomaggiore, Santa Giustina, Agordo, Pieve di Cadore e Cortina.
SOTTO LA LENTE
Il primo passo consisterà nel rilievo delle infrastrutture, una catalogazione di condotte, serbatoi e impianti di sollevamento per fornire una loro descrizione e mappatura, accompagnando alla cartografia la definizione puntuale dei principali parametri di interesse idraulico: dai dati geometrici (posizioni, lunghezze, diametri delle condotte) agli aspetti più propriamente legati al loro funzionamento (come portata e volumi in transito).
MODELLO E SIMULAZIONI
La ricognizione sarà la base per costruire un modello idraulico, una sorta di replica, ma in formato digitale, dell'intera rete.
LE SOTTORETI
Da ultimo, l'intervento di progettazione e di realizzazione dei distretti idrici, ovvero la segmentazione dell'intera rete in tante sottoreti; attraverso l'installazione di nuove saracinesche, i tronchi saranno resi indipendenti, a favore di un maggiore controllo (stimare in modo più puntuale le perdite, anche localizzandole più facilmente) e per limitare il numero di utenze coinvolte nel caso di lavori o riparazioni. A presentare il motivo di tanto interesse verso la modellazione della rete è il presidente di Bim Gsp, Attilio Sommavilla: «La modellazione e la digitalizzazione ci permetteranno non solo di aggiornare la cartografia esistente, ma anche di studiare e sperimentare virtualmente la miglior gestione degli acquedotti. La creazione di distretti intelligenti, in grado di trasmettere dati reali da remoto, ci consentirà di individuare più precisamente le aree potenzialmente a rischio, di ridurre le pressioni di esercizio e di effettuare una manutenzione di tipo preventivo, impiegando al meglio le risorse operative a disposizione».
INNOVAZIONE
Ma si agirà anche a livello puntuale, ovvero sulle utenze; già installati finora più di 8mila apparecchi, in arrivo altri 40mila in 2 anni: «È un progetto titanico conclude Sommavilla di trasformazione e gestione efficiente del sistema idrico provinciale. Richiederà la collaborazione di tutti, ci saranno minimi disagi, ma per elevati benefici: in termini di crescita del servizio, innovazione e sostenibilità, strategici per lo sviluppo della montagna bellunese».