Accoglienza migranti, provincia divisa a metà e Ponte nelle Alpi accusa: «I comuni "governativi" dicono di no»

Domenica 1 Ottobre 2023 di Giovanni Santin
Alcuni migranti appena arrivati a Belluno davanti alla porta della Prefettura

BELLUNO - «Perché al comune di Ponte nelle Alpi venerdì è arrivata una pec dalla Prefettura che imponeva di accogliere un migrante minore e lo stesso non accade con tutti i territori?». È Paolo Vendramini, primo cittadino di Ponte nelle Alpi che parla, e dice di farlo anche a nome dei 28 suoi colleghi che in questi mesi hanno accolto i migranti in arrivo in provincia e ricorda che con altre comunità si stanno utilizzando criteri e misure diversi.

LA QUESTIONE

«Il governo tramite la prefettura smista le persone - spiega il sindaco Vendramini -. In provincia sono 29 i comuni che accolgono. I minori vengono assegnati per obbligo di legge. Quindi i sindaci sono responsabili dei minori accolti. I 29 sindaci si chiedono come mai sindaci vicini al governo per orientamento politico o addirittura che siedono in Parlamento dalla parte della maggioranza, non accolgono». Come è possibile, insomma, che la prefettura avalli questa situazione e non invii una pec anche, fra gli altri, ai comuni di Calalzo di Cadore o di Rocca Pietore come accaduto per altri? Venerdì, dunque, ai tre migranti già presenti, a Ponte nelle Alpi è stato ingiunto di accogliere un minore: «Quest’ultimo, lo dice la legge, è sotto la nostra responsabilità – ricorda Vendramini – sono stato io ad accoglierlo, e oggi (ndr, ieri) l’ho già visto due volte, al mattino e all’ora di pranzo; poi ci tornerò questa sera. Noi accogliamo, ma la responsabilità è alta, anche dal punto di vista penale. C’è comunque qualcosa che non va: i sindaci del colore politico del governo, si sottraggono ad accogliere i migranti che arrivano in provincia per ordine del governo. È contraddittorio».

IL FRONTE DEL NO 

Sono 32 i comuni che non hanno ancora mai accolto. Tra questi Rocca Pietore, governata dal sindaco Andrea De Bernardin, che è anche segretario provinciale della Lega. Ribadisce il suo no. «Resto della mia idea - spiega - e ritengo che anche in funzione di una struttura interna e di una disponibilità di posti e volontà di accoglienza è lecito e opportuno che siano le amministrazioni comunali a decidere. Quindi quelli che hanno deciso di accogliere vuol dire che avevano i presupposti per farlo, nel mio comune non è così». E sul fatto che solo i municipi con colore politico diverso dal governo arrivino migranti, De Bernardin dice chiaramente: «Non penso proprio che la prefettura faccia scelte politiche: è ovvio che la prefettura probabilmente si appella a quei comuni che hanno o le spalle un po’ più larghe a livello di struttura o sono più aperti all’accoglienza». E conclude: «Il problema è enorme a livello mondiale, non possiamo accogliere 850 milioni di persone (il numero degli abitanti in guerra ndr): sarà un vero e grosso problema futuro. Io non ho la cura a questo problema, ma ricordo che il nostro ministro Salvini, all’epoca in cui era ministro dell’Interno, aveva tentato di contrastare una serie di sbarchi continui dando segnale che in Italia non era così facile arrivare e secondo me quel messaggio era arrivato».

GLI ULTIMI ARRIVI

Lontana anni luce da queste logiche Ponte nelle Alpi, dove venerdì pomeriggio il sindaco Paolo Vendramini ricordava: «Siamo una città educativa e solidale». Concludeva così l’appello con un messaggio alla popolazione: «Ciao. Questi sono i nostri nuovi ospiti. Fanno parte della nostra comunità. Mamma, papà ed una ragazza di 14 anni che frequenta la scuola media di Canevoi. Il giovane ha 17 anni, è un minore giunto da solo nel nostro paese. Tutti quattro provengono dalla Tunisia. Sono alloggiati a Nuova Erto in un appartamento messo a disposizione dall’amministrazione comunale. Il vitto è a carico della Prefettura. Chiedo cortesemente se avete abbigliamento e scarpe in più (la ragazza ha un 39 di piede, il giovane 42), mobili che potrebbero servire ad arredare le stanze dell’appartamento, un tablet per studio: materiale che sarebbe utile. Vi ringrazio per l’interessamento e la cortesia. La ragazza giocava a basket in Tunisia, il giovane a calcio. I nostri servizi sociali sono quotidianamente presenti. Potete contattare per qualsiasi informazione, un rappresentante dell’amministrazione comunale di Ponte nelle Alpi, o l’ufficio relazioni con il pubblico (0437986724)». Nel frattempo, la notizia è di ieri, il ragazzo potrebbe giocare fra i pari età del Calcio Ponte. 

Ultimo aggiornamento: 08:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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