Acc verso la mobilitazione: aut aut dei sindacati a Governo e e Regione

Giovedì 2 Settembre 2021 di Lauredana Marsiglia
La riunione dei sindacati ieri all'Acc

BORGO VALBELLUNA - Questo mese si faranno 12 giorni di lavoro, ad ottobre 6, a novembre 4 e a dicembre non resterà che chiudere.
La discesa all’inferno sta in questi quattro numeri per la Acc di Mel e i suoi 315 lavoratori. Un discesa che trascinerà con sé altre decine di lavoratori che oggi riforniscono l’azienda di Mel produttrice di compressori per la refrigerazione domestica e leader assoluta in Italia del settore. Ma ne risentirà in negativo anche la gara di vendita del sito, indetta con un bando internazionale.
Da oltre un anno la politica, con uscite spot, promette finanziamenti. Servivano 12,5 milioni di euro per tenere a pieno regime i motori di un’industria che, grazie all’impegno del commissario Maurizio Castro e alla straordinaria forza dei lavoratori, era riuscita a ricollocarsi con vigore nel settore dell’elettrodomestico di alta gamma. Ma i soldi promessi con grancasse trionfalistiche di questo e quel ministro, non sono mai arrivati. Da oltre un anno il commissario Castro sta facendo i più mirabolanti magheggi per far bastare una coperta sempre più corta per pagare stipendi e fornitori, ma ormai il plafond delle più ardite inventive si è esaurito. Intanto la produzione è scesa da 190mila a 20mila compressori.
«Ora è tempo di mobilitazione - hanno annunciato ieri i tre segretari provinciali di categoria, Stefano Bona (Fiom), Mauro Zuglian (Fim) e Michele Ferraro (Uilm) -. Diamo ancora una settimana di tempo al ministro Giancarlo Giorgetti e alla sua sottosegretaria Alessandra Todde e poi se non ci sarà un tavolo di confronto andremo noi a trovarli. Nel frattempo chiediamo anche al governatore Luca Zaia di battere un colpo».
Il dramma di una fine imminente è stato al centro, ieri, delle assemblee con i lavoratori per informarli della situazione dopo l’incontro con il commissario straordinario Maurizio Castro: «La situazione è disperata anche a causa del vertiginoso aumento dei costi delle materie prime, che si uniscono alla note difficoltà finanziaria dovute ai mancati finanziamenti promessi e mai arrivati, le produzioni si vanno esaurendo, a settembre si lavoreranno 12 giornate, ad ottobre 6 novembre 4 per dicembre si esauriranno definitivamente. Insieme ai lavoratori chiediamo una urgente convocazione del tavolo ministeriale per avere risposte definitive dell’attivazione dei finanziamenti previsti dall’art. 37 DL sostegni, in assenza di risposta siamo da oggi mobilitati con iniziative di lotta fino alla autoconvocazione». 
«Il ministro e il Governo hanno la responsabilità di dare soluzioni definitive per una azienda posta in amministrazione straordinaria - proseguono i sindacalisti -, la gara è in corso ed è fortemente condizionata dalle decisioni che tardano ad arrivare. Nel contempo chiediamo al governatore Zaia di tornare a far sentire la sua voce in merito alla vicenda che interessa una azienda della nostra regione che, insieme al suo indotto per la maggior parte Veneto, non può e non deve essere abbandonata. Le lavoratrici e i lavoratori di Acc sono con noi determinati e pronti alla lotta».
Insomma, mentre l’attenzione è concentrata sul green pass per le mense aziendali, dimenticando che gli stessi lavoratori che consumano i pasti in luoghi separati poi lavorano gomito a gomito nelle linee produttive, il mondo del lavoro è scivolato in un coma dépassé, affossato dall’assenza di politiche industriali e costi delle materie prime ormai fuori controllo. Basterà pensare che acciaio ed energia, fondamentali per Acc, hanno raddoppiato in poco tempo il loro valore. Le vertenze sulle fabbriche in crisi sembrano essere ormai un inascoltato rosario di disperazione.
 

Ultimo aggiornamento: 13:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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