«Prima le liste poi i candidati» questo il paletto che ha posto il candidato del centrosinistra e del M5S Gaetano Manfredi alla sua alleanza.
Gabriella Gribaudi, già docente di Storia contemporanea alla Federico II studiosa delle mafie. Un modo - quello di Manfredi - per spingere le tante anime della coalizione ad accorparsi. «Quando mi è stata proposta la candidatura c'è stata una forte sollecitazione, c'erano 24 sigle al tavolo della coalizione. Io dall'inizio ho subito chiesto che ci fosse una semplificazione, quindi si sta arrivando a una proposta politica che è di 12-13 liste». L'ex rettore precisa ancora a Radio Crc: «Tutte le persone e le sigle che si stanno impegnando fanno parte dell'area di centrosinistra, quindi mi sembra un percorso naturale che ci consentirà alla fine di avere un'offerta politica molto valida ampia e coesa».
Oggi le 12-13 liste ipotizzate sembrano molte di più. Per dirla alla Manfredi bisogna fermare «il turismo elettorale» cioè gente che si candida di qui o di la solo perchè vuole un posto al sole al Comune o in una Municipalità. I simboli sicuri sono quelli del Pd, del M5S, della Sinistra - che si compone di Articolo Uno, Sinistra italiana, i Socialisti forse della rete civica di Sergio D'Angelo che da «sono e resto candidato sindaco» ha molte difficoltà a fare una sua lista - Napoli Libera di ispirazione del governatore Vincenzo De Luca, i Verdi, Italia Viva - che sta tentanto di accorparsi con Più Europa e forse con «gli amici dell'Avanti» - i Verdi, i Repubblicani, la lista del candidato «Manfredi sindaco», Per, di Giuseppe Irace e Nicol Campanile entrambi candidati, La Città. E siamo a 11 restano al momento nodi da sciogliere seri come quello dei Liberal democratici di Sommese, i Moderati di Vincenzo Varriale, Centro democratico di Raimondo Pasquino e Giovanni Sommese il consigliere regionale. Fuori restano altre sigle almeno 12 che fanno parte della coalizione regionale.
Al riguardo il primo a esserne consapevole è proprio il governatore che stano a quello che trapela avrebbe chiesto a due suoi fedelissimi quelli de La Città - Diego Venanzoni conigliere regionale e David Lebro presidente di Acer e vicepresidente vicario di Federcasa - di non fare la lista e dare una mano a Napoli libera per evitare ingolfamenti. Ma per ora su questo fronte quelli de La Città sono intenzionati a non fare passi indietro.
Entro l'8 agosto Manfredi vuole chiarezza su tutta la linea cioè si liste e candidati. La lista al Comune deve avere un minimo di 30 candidati e un massimo di 40. Alle Municipalità forbice è tra i 20 e i 30. Considerando un minimo di 12 liste e facendo una media tra le forbici solo il centrosinistra schiererà come minimo 3500 candidati. Identico discorso per il centrodestra che vede candidato Catello Maresca il pm anticamorra e siamo a 7000. Si aggiungono poi le liste degli altri due candidati cioè Antonio Bassolino e Alessandra Clemente che se avranno la media degli altri due contendenti fanno lievitare gli aspiranti consiglieri comunali e municipali alla bellezza di 14mila candidati per complessive 380 poltrone.