Bancarotta Terme di Stabia, indagati 10 manager ​e l'ex sindaco di Castellammare Luigi Bobbio

Mercoledì 16 Febbraio 2022 di Dario Sautto
Bancarotta Terme di Stabia, indagati 10 manager e l'ex sindaco di Castellammare Luigi Bobbio

Bancarotta fraudolenta: c’è anche l’ex sindaco Luigi Bobbio tra gli undici indagati per il crac della partecipata «Terme di Stabia SpA». Ieri mattina la Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Sonia Nuzzo) ha delegato i finanzieri del Gruppo oplontino e della compagnia di Castellammare di Stabia a notificare l’avviso di chiusura delle indagini preliminari nei confronti degli accusati.

L’inchiesta era stata riaperta poco più di un anno fa, quando la Sint (altra partecipata del Comune stabiese che detiene il patrimonio delle Terme) ha rischiato a sua volta il fallimento, con tutti i suoi beni che negli ultimi mesi sono stati messi in vendita con alterne fortune.

Sotto la lente degli inquirenti sono finite le ultime cinque gestioni politiche e amministrative della società termale, con l’attenzione che si è concentrata sull’arco temporale 2008-2013 che ha preceduto la scelta dell’allora sindaco Nicola Cuomo di portare i libri contabili al tribunale di Torre Annunziata prima del fallimento della partecipata, decretato con sentenza del 19 marzo 2015 per oltre 14 milioni di euro di debiti. E dunque, per la Procura oplontina devono rispondere di quel crac tutti quelli che si sono avvicendati nei ruoli amministrativi di Terme di Stabia SpA, con particolare attenzione verso quelli che hanno ricoperto incarichi quando il sindaco era Luigi Bobbio, ex pm dell’Antimafia e oggi magistrato in servizio al tribunale di Nocera Inferiore, ma per anni senatore An e capo di gabinetto dell’allora ministra della Gioventù Giorgia Meloni. A cominciare da Salvatore Iovieno, amministratore unico delle Terme di Stabia fino al 2010, rimosso proprio da Bobbio con l’insediamento del cda formato fino al 2011 da Catello Dello Ioio (presidente), Massimo Cajati e Umberto Caccioppoli. E ancora Francescopaolo Ventriglia, prima direttore generale nello stesso periodo, poi amministratore unico fino ad agosto 2013, e Carlo Trevisan, dg tra il 2011 e il 2012. Indagati anche i componenti del collegio sindacale di Terme di Stabia Spa per quei cinque anni, cioè Gaetano Palumbo, Maria Schettino e Loredana Massera che avrebbe sottostimato le perdite. Indagato anche Norberto Salza, per un periodo amministratore unico della Sint. Secondo l’accusa, le casse societarie erano in rosso già da tempo e nessuno aveva posto freno alle spese. Anzi, Iovieno avrebbe nascosto a bilancio debiti con l’Asl, così aggravando la situazione, anziché portare già allora i libri contabili in tribunale, visto che la società era già in rosso di oltre quattro milioni.

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Ai direttori generali vengono contestate anche le assunzioni degli stagionali (dai 50 agli 80 dipendenti) che non sarebbero state giustificate, poiché le presenze alle Terme erano nettamente in calo da tempo e gli introiti erano inferiori alle spese, visto che la stessa Asl aveva tagliato il tetto di spesa per le cure termali. Contestata anche l’installazione di un palco pagato 60mila euro a una ditta, spesa ritenuta «immotivata» poiché all’interno del parco idropinico erano presenti molti spazi idonei agli spettacoli e agli eventi, nonché la nomina dei direttori generali da 84mila euro all’anno in un momento in cui le casse erano già vuote. Inoltre, mancano i versamenti Inps per i dipendenti. La bancarotta è contestata anche all’allora sindaco Luigi Bobbio che, in rappresentanza del Comune di Castellammare, era il socio di minoranza di Terme, ma anche socio di maggioranza della Sint, l’altra partecipata che al suo interno inglobava la società termale. Con il Comune in predissesto e in esercizio provvisorio, nel 2012 avrebbe previsto a bilancio un aumento di capitale da due milioni di euro a titolo di capitalizzazione e piano di risanamento impossibile da coprire, approvato in consiglio comunale nonostante il parere contrario dell’organo di revisione, ma mai attuato perché la sua amministrazione cadde sull’approvazione del bilancio di previsione. 

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 07:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA