Lula riparte da Roma: alla Meloni promette di appoggiare l'Italia per Expo 2030 e al Papa di mediare con Ortega

Giovedì 22 Giugno 2023 di Franca Giansoldati
Lula riparte da Roma: alla Meloni promette di appoggiare l'Italia per Expo 2030 e al Papa di mediare con Ortega

Lula riparte da Roma, diretto in Francia, annunciando che al governo Meloni ha promesso di appoggiare il nostro Paese per la candidatura a Expo 2030, mentre a Papa Francesco ha assicurato che farà tutto il possibile per la soluzione di due dossier scottanti: la pace in Ucraina (che necessita di una rete diplomatica allargata in grado di evitare il baratro nucleare) e la situazione in Nicaragua dove la Chiesa è perseguitata apertamente da Ortega e sembra ormai sfuggita di mano. 

La conferenza stampa mattutina del presidente brasiliano in un grande albergo romano è stata lunga e articolata e si è aperta con la sottolineatura di un legame importante: in Brasile vivono 30 milioni di italiani considerando quelli di prima, seconda e terza generazione.

Praticamente la metà degli italiani che vivono in Italia. Anche per questo ha chiesto di creare maggiori legami. «Ho saputo che il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il Presidente, Sergio Mattarella, non hanno ancora visitato il Brasile. Ecco perché li ho invitati entrambi a visitare il Brasile». Un medesimo invito lo aveva rivolto ieri anche al Papa, chiedendogli di andare a visitare Belem, ai confini dell'Amazzonia, in ottobre quando si svolge la più grande manifestazione mariana del mondo per la Vergine di Nazareth. 

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LA PACE

Sulla missione di pace intrapresa dal Vaticano nel tentativo di creare un clima favorevole ad abbandonare la logica delle armi, Lula ha informato di averne parlato con Papa Francesco. In questi giorni, forse la prossima settimana, il cardinale Matteo Zuppi potrebbe partire per la seconda parte del suo mandato da emissario di buona volontà, stavolta diretto a Mosca (anche se non si sa chi lo accoglierà né con chi avrà colloqui, probabilmente non con il presidente Putin).

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Lula riconosce il formidabile potere morale esercitato da Papa Francesco nel mondo. «E' l'autorità politica più importante oggi, soprattutto per quanto riguarda la lotta contro le disuguaglianze. Abbiamo parlato a lungo della guerra in Ucraina e sappiamo che Francesco sta inviando i suoi rappresentanti per porre fine a questo conflitto. Anche noi stiamo facendo lo stesso. Il mio consulente per gli affari internazionali, Celso Amorim, ha discusso con le autorità vaticane in merito a questa questione e ora andrà in Danimarca per incontrare alcune autorità e discutere della guerra. Stiamo anche avviando conversazioni con l'Indonesia, la Cina e altri Paesi». Lula, come si sa, da tempo è impegnato a sensibilizzare i Brics. 

SALUTE

Ha poi raccontato anche di essersi sorpreso per la grande forma fisica del pontefice dopo l'operazione all'addome. «Immaginavo che fosse più debole dopo l'intervento che ha subito, ma invece sta molto bene. È un anziano con l'energia di un trentenne.»

CLIMA

Con le autorità italiane e anche con il Papa ha parlato a lungo della questione climatica e della Amazzonia. Il Brasile vuole organizzare per la prima volta una COP in uno Stato amazzonico, nel 2025, a Belem. E chiediamo anche un incontro dei Paesi amazzonici per prendere posizione dal Sud America da discutere alla COP negli Emirati Arabi Uniti a fine anno».

Lula ha voluto essere informato dal Papa dei passi fatti sul fronte della guerra in Ucraina. Del delicato tema ha parlato anche il cardinale Parolin ricordando che le prime reazioni di Mosca sulla prossima visita di Zuppi sono positive. “Fin dall'inizio hanno manifestato la loro disponibilità a riceverlo, adesso si tratterà di vedere a che livello sarà ricevuto e non posso prevedere i risultati di questa visita. A Mosca c'è dunque la disponibilità a riceverlo non so però se da parte di Putin: su questo non saprei proprio rispondere. Per la pace in Ucraina - ha continuato Parolin - bisogna cominciare a parlare un pò più di pace, non si deve rimanere prigionieri di una logica di schieramenti e di guerra e poi si deve offrire spazi di mediazione. Come già si sta facendo da più parti e cercare di convincere responsabili dei due Paesi che l'unica strada per costruire qualcosa di solido è quella della pace, anche mettendo in luce i disastri che la guerra provoca sul versante umanitario». 

Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 15:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA