Papa Francesco la prossima settimana vede Lula e il cubano Diaz e ha scritto un messaggio sulla povertà

Martedì 13 Giugno 2023 di Franca Giansoldati
Papa Francesco la prossima settimana vede Lula e il cubano Diaz e ha scritto un messaggio sulla povertà

Città del Vaticano – Dalla stanza al decimo piano del Gemelli Papa Francesco (lentamente) sta uscendo dalla convalescenza sotto il controllo dei medici sempre più fiduciosi di un pronto recupero.

Già sabato potrebbe tornare in Vaticano. Non ha febbre, i valori del sangue sono nella norma, di notte riposa bene e anche oggi ha trascorso la mattinata a programmare il lavoro futuro.

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L'agenda della prossima settimana si sta riempiendo. Vedrà il presidente brasiliano Lula, con il quale si era recentemente sentito per il difficilissimo dossier Ucraina. Gli aveva chiesto (anche a lui) di attivarsi personalmente per individuare una via e fermare la guerra di aggressione della Russia che sta costando la distruzione di intere regioni. Sempre in Vaticano, il 20 giugno, dovrebbe essere ricevuto a Santa Marta il presidente di Cuba, Miguel Diaz Canel. Anche in questo caso è scontato lo scambio di informazioni sul conflitto bellico. Diaz come Lula è vicino al Cremlino e apertamente anti-americano: di recente ha ribadito che non è stato di certo Putin all'origine della guerra visto che la situazione a suo dire «è precipitata a causa di anni di provocazioni da parte della Nato».  E' chiaro che la rete diplomatica che sta tessendo Papa Francesco fa leva sui Brics e su quei leader che possono esercitare una moral suasion capace di fare arrivare messaggi a Putin.

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Nel frattempo però Papa Francesco sta anhe lavorando ad un appuntamento che gli sta parecchio a cuore: la settima giornata mondiale dedicata ai poveri, prevista per novambre e per la quale ha diffuso un lungo messaggio in cui chiede ai cattolici di evitare l'indifferenza o l'assuefazione verso scene urbane caratterizzate da indigenti, senzatetto, mendicanti. «Quando siamo davanti a un povero non possiamo voltare lo sguardo altrove, perché impediremmo a noi stessi di incontrare il volto del Signore Gesù. Ognuno è nostro prossimo. Non importa il colore della pelle, la condizione sociale, la provenienza».

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L'analisi di Francesco si focalizza sulle disfunzioni di una società sempre più intollerante verso la povertà materiale. Il fenomeno è progressivo e a suo dire preoccupante. «E' causato dal richiamo al benessere che si alza sempre di più, mentre si mette il silenziatore alle voci di chi vive nella povertà. Si tende a trascurare tutto ciò che non rientra nei modelli di vita destinati soprattutto alle generazioni più giovani, che sono le più fragili davanti al cambiamento culturale in corso. Si mette tra parentesi ciò che è spiacevole e provoca sofferenza, mentre si esaltano le qualità fisiche come se fossero la meta principale da raggiungere». A questo si aggiunge che la realtà virtuale prende il «sopravvento sulla vita reale e avviene sempre più facilmente che si confondano i due mondi. I poveri diventano immagini che possono commuovere per qualche istante, ma quando si incontrano in carne e ossa per la strada allora subentrano il fastidio e l’emarginazione. La fretta, quotidiana compagna di vita, impedisce di fermarsi, di soccorrere e prendersi cura dell’altro». 

Francesco chiede un maggiore impegno politico e legislativo. «Malgrado i limiti e talvolta le inadempienze della politica nel vedere e servire il bene comune, possa svilupparsi la solidarietà e sussidiarietà di tanti cittadini che credono nel valore dell’impegno volontario di dedizione ai poveri. Si tratta certo di stimolare e fare pressione perché le pubbliche istituzioni compiano bene il loro dovere; ma non giova rimanere passivi in attesa di ricevere tutto “dall’alto”: chi vive in condizione di povertà va anche coinvolto e accompagnato in un percorso di cambiamento e di responsabilità». 

La crisi economica nel mondo si unisce ad una sotterranea crisi culturale ed etica. «Non posso dimenticare le speculazioni che, in vari settori, portano a un drammatico aumento dei costi che rende moltissime famiglie ancora più indigenti. I salari si esauriscono rapidamente costringendo a privazioni che attentano alla dignità di ogni persona. Se in una famiglia si deve scegliere tra il cibo per nutrirsi e le medicine per curarsi, allora deve farsi sentire la voce di chi richiama al diritto di entrambi i beni, in nome della dignità della persona umana. Come non rilevare, inoltre, il disordine etico che segna il mondo del lavoro?»

Ultimo aggiornamento: 17:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA