Sono entrati. Non c’è stata ancora l’avanzata massiccia, con le centinaia di carri armati già schierati a ridosso della Striscia di Gaza. Però ci sono già state delle incursioni su vasta scala di soldati israeliani e tank alla ricerca sia dei terroristi sia degli ostaggi. Gaza è una polveriera con i miliziani di Hamas asserragliati nei palazzi e nei tunnel della Striscia, i primi attacchi via terra dell’esercito israeliano e l’esodo di massa della popolazione palestinese.
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SVOLTA
Quando in Italia sono le 18, le Forze di difesa israeliane annunciano: la fanteria e i tank sono penetrati nel territorio della Striscia «nelle ultime 24 ore» per alcuni «raid localizzati». Obiettivo: trovare i terroristi, stanarli, ma soprattutto individuare gli ostaggi. Dopo l’assalto armato e sanguinoso di sabato dei miliziani di Hamas, Israele fino a ieri aveva risposto con i bombardamenti che hanno demolito interi caseggiati puntando sugli obiettivi in cui agivano o si nascondevano i terroristi. Tutti si aspettano però l’avanzata, l’occupazione militare della Striscia per annientare le organizzazioni terroristiche. Enormi le incognite: ci sono i 150 ostaggi (bambini, anziani, donne, militari); si rischia di causare molte vittime tra i civili palestinesi. Per questo l’Idf (forze di difesa israeliane) ieri ha nuovamente lanciato volantini a Gaza City: ha ribadito l’ultimatum alla popolazione palestinese (ma anche ai molti stranieri che si trovano lì) e mostrato graficamente il percorso da seguire per raggiungere l’area meridionale.
«Mettetevi al sicuro. Dal Nord - è stato detto - dovete andarvene se volete salvarvi la vita, dovete passare Wadi Gaza, il fiume che divide la Striscia. Se siete preoccupati per voi e i vostri cari, dovreste andare a Sud. Siate certi che i leader di Hamas si preoccupano solo di proteggere se stessi». L’ultimatum scadeva alle 19 (ora italiana) di ieri e interessava 1 milione e centomila civili (la metà di coloro che vivono nell’intero territorio). Hamas, fedele alla crudeltà del suo piano, vuole che gli scudi umani non si spostino, sia per nascondere i propri leader e i propri militanti con più efficacia, sia perché la strage di civili palestinesi favorisce il suo obiettivo politico, vale a dire la sollevazione di tutto il mondo arabo. Così Hamas, che ha anche organizzato dei posti di blocco, ieri ha ripetuto-intimato alla popolazione: «Non spostatevi, quella di Israele è solo propaganda». Una parte dei palestinesi però ha deciso di lasciare la aree più pericolose, usando ogni mezzo: a piedi, con auto semidistrutte, perfino con carretti trainati dagli asini.
FUGA
Sulle tv arabe sono circolate le riprese con famiglie che caricavano sulle macchine le valigie e le loro poche cose. Al Jazeera, canale all news del Qatar, ha riportato la testimonianza di un palestinese: «Il novantanove per cento della popolazione di Gaza non ha nulla a che fare con Hamas, in particolare con l’ala militare. Siamo solo persone che vogliono vivere una vita libera». Una parte ha scelto di restare, ma molti si stanno spostando, anche a piedi. Le Nazioni unite hanno condannato l’ultimatum di Israele: «Abbiamo chiesto che venga annullato per evitare una tragedia». La Casa Bianca ha precisato di non essere stata consultata da Israele prima che venisse emesso l’ordine di lasciare tutta la parte settentrionale della Striscia di Gaza.
«Un’evacuazione di massa sarebbe disastrosa per i pazienti, gli operatori sanitari e altri civili lasciati indietro o coinvolti in un movimento massiccio pericoloso e forse mortale» ha detto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Ghebreyesus. «Israele ci ha dato due ore di tempo per l’evacuazione all’ospedale di Al Awda, dove i nostri team stanno ancora trattando i pazienti» scrive Medici senza frontiere. Successivamente l’annuncio: all’ospedale sono state concesse altre sei ore. All’ospedale al-Quds, sempre a Gaza, una fonte ha raccontato all’Ansa lo staff ed i malati saranno trasferiti: «Anche volendo, non abbiamo ambulanze. E poi dove potremmo ricoverare mai i malati gravi? Tutti gli ospedali della Striscia sono vicini al collasso. Ci sono forti penurie di diesel, di medicinali, di corrente elettrica, di erogazione dell’acqua. È una catastrofe. E speriamo che almeno l’ospedale sia risparmiato dall’esercito». Secondo il ministero della Sanità palestinese le vittime nei bombardamenti sono 1.900, molti bambinii.