Fuga da Gaza, ma verso dove? Hamas blocca il passaggio. ​«Ci svegliamo con le bombe non sappiamo più dove rifugiarci»

A piedi, carichi di borsoni, altri in macchine stracolme di materassi, tutto quel che gli è rimasto. Verso dove? In teoria i palestinesi sono stati instradati con delle cartine lungo una linea rossa verso sud, ma Hamas blocca loro il passaggio, «non muovetevi»

Venerdì 13 Ottobre 2023 di Raffaella Troili
Gaza, ultimatum di Israele ai civili: «Via dal Nord». Migliaia di palestinesi in fuga, ma per Hamas è «propaganda»

Il passo incerto di chi scappa dall’inferno ma teme di incontrarne un altro. «Questa evacuazione è per la vostra sicurezza», i volantini cadono dal cielo, poche ore prima che l’esercito inizi l’assalto a quel che resta di Gaza. Invitano i civili alla fuga, tra le macerie c’è chi prova a scappare, accogliendo l’ultimatum prima dell’offensiva israeliana nei punti strategici di Hamas. Ventiquattro ore, anche meno. A piedi, carichi di borsoni, altri in macchine stracolme di materassi, tutto quel che gli è rimasto. Verso dove? In teoria i palestinesi sono stati instradati con delle cartine lungo una linea rossa verso sud, ma Hamas blocca loro il passaggio, «non muovetevi».

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La fuga

Sarebbero 450mila le persone che si sono messe in marcia, lasciando la città devastata, senza più acqua, luce, cibo, che conta un milione di persone. «Ci svegliamo con le bombe non sappiamo più dove rifugiarci».

Hanno provato a rimanere fino all’ultimo, riparandosi lontano dalle finestre, al buio, negli angoli più remoti della casa, poi molti hanno scelto la fuga. «Non abbiamo più casa, non abbiamo più niente, è tutto distrutto». Alcuni svengono per la disperazione, non sono solo donne. Uomini in lacrime avvertono: «Ritornate nelle vostre case, uccidono tutti quelli che escono, quando ci avevano chiesto di evacuarle... Ci sono morti e feriti in strada». Terrore e caos, con la popolazione palestinese a chiedere aiuto: «Ci siamo rivolti alle Nazioni unite - grida e piange una donna - Chiediamo anche ai Paesi arabi di intervenire, Israele ci sta massacrando, ci sono civili sotto le macerie, gli ospedali sono senza letti e i macchinari senza elettricità». Le scorte di cibo sono andate distrutte, il carburante esaurito. Le testimonianze diffuse dai social e dai network raccontano di un popolo disperato, assediato da sette giorni di bombardamenti. «Qualcuno ci aiuti». Anche il parroco di Gaza, Gabriel Romanelli invoca pietà per i civili di Gaza: «La situazione è drammatica, migliaia di sfollati non sanno dove ripararsi, che si fermino, che al più presto si possano seppellire i morti da entrambe le parti».

Gli sfollati in marcia, con i figli per mano, si fanno largo tra le macerie. «Ho ricevuto molte telefonate da mio padre, mio fratello, i miei amici», così Safwat al-Kahlout di al Jazeera, dal nord di Gaza. «Qual è il piano, dove dovremmo andare, c’è un posto specifico nel sud dove possiamo andare?», ha detto al-Kahlout, aggiungendo che l’ordine era impossibile da seguire. Inas Hamdan, funzionario dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi a Gaza City, concorda: «È il caos, nessuno sa cosa fare». 

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L'incognita spazi

Tareq Abu Azzoum di Al Jazeera, ancora a Gaza, ha detto che il sud di Gaza non è nemmeno abbastanza grande per ospitare «questo enorme numero di sfollati». Il comico e attivista palestinese-americano Amer Zahr ha definito l’ordine israeliano “depravato”: «Israele continua a terrorizzare i palestinesi, vuole creare spazio per la sua invasione illegale e omicida rendendo ancora più affollato il luogo più densamente popolato della Terra, trasformando essenzialmente i palestinesi in pesci in un barile». Omar Shakir, direttore per Israele e Palestina di Human Rights Watch, ha chiesto alla comunità internazionale di «agire per prevenire una calamità» causata dallo sfollamento di massa. «La storia non sarà gentile con coloro che rimangono in silenzio», ha detto.
L’ordine di lasciare il nord di Gaza vale anche per tutto il personale delle Nazioni Unite e le centinaia di migliaia di persone che hanno trovato rifugio nelle scuole e in altre strutture delle Nazioni Unite. L’Unrwa ha trasferito il suo centro operativo centrale e il personale internazionale a sud «per continuare le sue operazioni umanitarie e sostenere il suo personale e i rifugiati palestinesi a Gaza», ha scritto l’agenzia su X. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ricordato che sarà impossibile evacuare i pazienti vulnerabili dall’ospedale di Gaza: «È una condanna a morte».

 

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Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA