Tanti i punti oscuri intorno al falso o fallito golpe in Russia. Ma due certezze (forse) ci sono

Martedì 27 Giugno 2023
Tanti i punti oscuri intorno al falso o fallito golpe in Russia

Caro direttore,
ho letto i giornali, seguito le dirette televisive, ascoltato esperti diplomatici e militari. Ma di ciò che è successo in Russia in questi giorni confesso di avere capito molto poco e anche di essere rimasto sorpreso come un'operazione militare di quel genere e di quell'entità non fosse stata in qualche modo prevista o intuita da qualcuno. Possibile che nessuno abbia visto o sapesse?


Gianni Pillon


Caro lettore,
occorrerà del tempo per capire cosa stia accadendo e soprattutto cosa sia accaduto in questi turbolenti giorni in Russia.

Bisognerà, per esempio, cercare di comprendere quali fossero i reali obiettivi della brigata Wagner e cosa anche abbia davvero convinto il suo comandante a interrompere l'avanzata verso Mosca. Biosgnerà scorpire chi sapeva e chi non sapeva. Nell'attesa alcuni aspetti sembrano però abbastanza chiari. L'immagine e la posizione di Putin da questi giorni ad alta tensione sono uscite piuttosto ammaccate. Se infatti fino a l'altro ieri avevamo solo sospetti e dubbi sulla reale solidità del presidente della Federazione, oggi abbiamo la certezza che nei muri che circondano il Cremlino si sono aperte numerose e insidiose crepe. La supremazia dello zar è insidiata non tanto dagli oppositori politici (quei pochi rimangono e che ancora non sono stati eliminati), ma da forze che, come la Wagner, fanno o hanno fatte parte in modo organico del suo sistema di potere, contribuendolo ad erigerlo e a rafforzarlo. E possono contare su rilevanti appoggi politici nonchè su notevoli risorse economiche e militari. Ma non solo. Anche l'autorevolezza interna e internazionale dello zar è uscita piuttosto appannata, soprattutto nel momento in cui Putin si è visto costretto, dopo i suoi vani appelli televisivi, a chiedere aiuto all'alleato presidente della Bielorussia, Lukashenko, per convincere il capo della Wagner a fermare la sua cavalcata armata verso Mosca. C'è poi un secondo elemento. In molti si sono chiesti in questi giorni: ma com'è possibile che un'armata, forte di migliaia di militari e di mezzi cingolati, si muova attraverso un paese, conquisti una grande città e si prepari a marciare verso la capitale, senza che tutto questo sia preceduto da alcuna avvisaglia, ma anzi cogliendo di sorpresa la gran parte degli osservatori interni e internazionali? In realtà questa domanda riflette un modo di pensare che non tiene conto di una realtà: cioè della pesante la cappa di terrore e censura che è calata da tempo sulla Russia. Dove la libertà d'informazione è ormai inesistente, dove l'unica narrazione è quella imposta dal Cremlino e dove è impossibile per i giornalisti, russi e ancor più stranieri, muoversi sul territorio e raccontare ciò che vedono e ciò che accade. Le tirannie funzionano così. Ma difficilmente questo basta a salvarle.

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