Gli ayatollah dell'animalismo
pericolosi per sé e per gli altri

Domenica 29 Dicembre 2013
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Caro direttore,

una ragazza padovana scrive per spiegare che grazie alla ricerca scientifica, che prevede anche esperimenti sugli animali, è riuscita a vincere la sua malattia e a vivere. E cosa accade? Che riceve via Internet decine di messaggi di insulti e minacce di morte. La ragione? La ragazza è colpevole di aver "difeso" gli esperimenti sugli animali. Se non fosse un'espressione un po' datata, verrebbe da dire: ma in che mondo viviamo?




Luigi Baban

Treviso





Caro lettore, si dice spesso che le ideologie sono morte. Ed è vero se ci riferiamo ai grandi movimenti di pensiero che hanno dominato e condizionato i secoli scorsi fino alle soglie del secondo Millennio. Ma se le ideologie sono morte, purtroppo, nei nostri tempi, vivono e vegetano molti ideologi, spesso da strapazzo. Pericolosi per sé, ma soprattutto per gli altri.



Questi nipotini di Stalin hanno eletto le proprie convinzioni a precetti indiscutibili da imporre agli altri, senza possibilità di smentita, costi quel che costi. È da questo estremismo unilaterale e insofferente ad ogni confronto delle idee, che derivano episodi come quello che è accaduto alla studentessa di Padova.



Caterina ha avuto l'ardire di difendere pubblicamente i test sugli animali. In gioco c'era la sua vita e la ricerca scientifica, ha spiegato, l'ha salvata. Ma per gli stupidi ayatollah dell'animalismo tutto ciò non conta nulla. Anzi, avendo profanato il loro credo, quella ragazza deve morire, come decine di loro hanno scritto su Facebook. Che tutto ciò sia assurdo e privo di logica, oltre che di umana carità, è evidente a qualsiasi persona raziocinante. Ma non lo è per questi scriteriati adepti del pensiero unico animalista.



"Il sonno della ragione genera mostri", è il titolo di una delle più celebri acqueforti di Francisco Goya. Potremmo aggiungere che forse gli autori degli insulti e delle minacce alla ragazza padovana più che veri mostri sono mostriciattoli. Ma sarebbe un errore sottovalutare le loro parole.
Ultimo aggiornamento: 2 Gennaio, 13:47

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