Le ignobili parole di Morra su Jole Santelli: facciamo volentieri a meno di nuovi politici come lui

Sabato 21 Novembre 2020

Egregio direttore,
con una certa sorpresa non ho letto sul suo giornale nessuna presa di posizione e nessun commento sulle incredibili affermazioni del senatore pentastellato Nicola Morra, che è anche alla guida della commissione anti-mafia, sulla recentemente defunta presidente della regione Calabria, Jole Santelli, morta per una forma cancerogena. Ricordo a tutti le parole pronunciate dall'esponente pentastellato: «Era noto a tutti che la presidente della Calabria, Jole Santelli, fosse una grave malata oncologica. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev'essere responsabile delle proprie scelte: hai sbagliato, nessuno ti deve aiutare, perché sei grande e grosso». Così parlò Nicola Morra. Incredibile ma vero.

Luigi Morosin
Treviso 

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Caro lettore, 
ma cosa c'è da commentare? In qualsiasi paese civile, dove chi sbaglia si assume le proprie responsabilità, il senatore Morra, dopo parole come quelle, si sarebbe dimesso, sarebbe scomparso dalla scena politica e nessuno l'avrebbe rimpianto.

Lui, possiamo starne certi, non farà nulla di tutto questo. Non lascerà il suo scranno di senatore pentastellato, nè tantomeno la presidenza della prestigiosa Commissione parlamentare anti-mafia. Ma non dobbiamo sorprenderci. Perchè le ignobili parole di Morra su Jole Santelli e le colpe degli elettori calabresi, esprimono una povertà d'animo, un'aridità e un'assenza di principi che non contemplano il rispetto delle persone. Neppure dopo la loro morte. E se qualcuno aveva dubbi proposito, il nostro poco onorevole senatore ha provveduto ieri a fugarli. Di fronte alle critiche e alle reazioni di tutte le forze politiche, compreso il Movimento 5 Stelle, il suo partito, Morra non ha fatto una piega. Non ha derogato dalle sue ferree convinzioni. Sicuro, nella sua irraggiungibile arroganza, di essere nel giusto, è tornato sull'argomento. E, ovviamente, lo ha fatto a modo suo. Ha finto di chiedere scusa «se aveva offeso qualcuno», salvo poi ribadire, nella sostanza, il senso delle parole pronunciate il giorno prima ai microfoni di una radio. Nessun ripensamento, nessuna retromarcia. Ovviamente nemmeno nessun passo indietro e nessuna lettera di dimissioni. E Morra sarebbe uno dei rappresentante di punta di quella nuova classe politica che avrebbe dovuto cambiare l'Italia e rivoltare come un calzino il Paese? No, grazie ne facciamo volentieri a meno.

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