In un mondo sommerso di parole spesso vuote non dimentichiamo l'esempio di Manuel Bortuzzo

Venerdì 8 Marzo 2019
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Gentile direttore,
stupri, violenze, aggressioni, furti, spaccio di droga, torture, rapimenti, guerre più o meno locali, incidenti, rapine, terremoti, ruberie, corruttela. Questa è la quotidiana razione di informazioni che riceviamo dalla stampa, cartacea, audiovisiva, telematica. Ma su tutte queste sventure, si eleva imperiosa la notizia di Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore colpito per errore da due balordi di periferia e ridotto allo stato di paraplegico, che il Gazzettino ripropone in prima pagina, rientrante in piscina. Manuel è stato dimesso dall'ospedale, non più in grado di camminare, con davanti a sé un'esistenza in carrozzina, un futuro stroncato, una vita da campione tragicamente archiviata. Ebbene che fa Manuel? Non esce dall'ospedale assetato di vendetta nei confronti dei due responsabili. Non si spende in pur comprensibili lamentazioni sul suo futuro che da roseo è divenuto, se va bene, grigio. Non immagina sia pur improbabili ritorsioni. Non chiama a raccolta il mondo degli amici e dei fans perché gli diano quel sostegno che in ogni caso si meriterebbe. Alla notizia della nuova, irreversibile condizione in cui si è venuto a trovare, Manuel non ha ceduto alla disperazione. «Ho pensato a Bebe Vio», ha detto, ora sua compagna di sventura. Macché sventura! No. Niente di tutto questo. Manuel, come tutti gli altri ragazzi di quest'epoca, si serve del social più seguito e lancia il suo messaggio, che non è di vendetta, di richiesta di punizione verso gli autori del suo tentativo di omicidio, di triste commiserazione sul suo futuro interrotto. No! Manuel incide un messaggio di incoraggiamento (sic!) ai suoi genitori, una parola di conforto ai suoi amici, una promessa a essere quanto prima in condizione di riprendere gli allenamenti. Non più con la prospettiva olimpica, bensì paralimpica. Questa è notizia da nove colonne! La bontà assoluta, il perdono in vece della vendetta, i nuovi programmi al posto delle afflizioni, la speranza al posto della disperazione. Evviva Manuel, grande esempio per tutti!

Giorgio Bido
Padova

Caro lettore,
come abbiamo raccontato anche ieri sulle pagine del Gazzettino, Manuel Bortuzzo sta affrontando questa nuova e difficilissima fase della sua vita con incredibile dignità, enorme coraggio e straordinaria fiducia nel futuro, in sè stesso e negli altri. Non è stato facile e non lo sarà. I dubbi, la paura e la rabbia di non farcela, la disperazione per ciò che è stato e per ciò che sarà e non avrebbe dovuto essere, saranno sempre in agguato, pronti a sfidare e insidiare la sua determinazione e la sua voglia di vincere anche le avversità più terribili. Anche per questo continueremo a parlare di lui. In un mondo sommerso da parole spesso vuote, Manuel ha deciso di rispondere con l'esempio a un dramma che lo ha costretto a scoprire un altro modo di essere, di vivere, di fare sport. Essere suoi tifosi è un dovere.
 
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